Niki Aprile Gatti: i miei auguri ai complici

par l’incarcerato
venerdì 24 dicembre 2010

Ecco, stasera milioni e milioni di famiglie, religiose e non, si appresteranno a festeggiare la viglia di natale. Tutti insieme appassionatamente a mangiare più del solito, scartare i doni, fare le telefonate di auguri ipocrite a persone che non si sentono mai durante l'anno; e improvvisamente, almeno una volta l'anno, realizzano il sogno delle famiglie del Mulino Bianco.

Magari si va pure a messa, così giusto per far contenta la propria coscienza sporcata dalla fede tramandata nei tempi, invece di sentirsela sporca per altri più importanti motivi.

Molte persone, almeno quella volta l'anno, andranno alla mensa dei poveri e faranno volontariato, poi non importa che il resto dell'anno i barboni rimarranno per strada, al freddo e poco importa che ci sono famiglie che il natale non è un momento di gioia, ma di dolore lacerante.

Non mi va di generalizzare come fate voi, miei cari lettori, non mi presto a ricordare i nomi di chi tutto l'anno vengono ricordati. No. In questo momento c'è un intera famiglia intera che soffre, c'è una madre lasciata sola da molta gente, dalle Istituzioni e pure dalla moltitudine di giornalisti che invece di essere il cane da guardia del Potere, sono esattamente il cane di compagnia.

C'è la famiglia di Niki Aprile Gatti, ragazzo che a 26 anni, nel 2008, è stato ucciso nel carcere di Sollicciano. Ed è una storia diversa da quella di Cucchi, Bianzino, Eliantonio o Marcello Lonzi.

Una storia difficilissima, non facile da raccontare, non la si fa accusando le cosiddette mele marce. Una storia troppo difficile, fastidiosa, non strumentalizzabile da nessun Partito, ideologia. E i giornalisti di professione, tutti, non ne sono all'altezza. E nemmeno potranno avere un tornaconto. D'altronde è una storia che non è di massa. Quindi chi glielo fa fare, rischiare la carriera e forse la pelle per ottenere cosa?

E senza massa, taluni personaggi, non valgono nulla.

Tanti auguri agli esecutori materiali che hanno strangolato Niki e simulato un suicidio, e secondo una mia ipotesi dovrebbero essere almeno in tre.


Tanti auguri ai mandanti che sono su alti livelli, e ancora non ne conosciamo i nomi anche se sappiamo in quale grande compagnia potrebbero appartenere. Tanti auguri a chi li ha coperti sia per interesse e sia per paura, e che continuano a fare con tutta tranquillità i loro affari. Qualcuno di loro vive anche all'estero e non è più latitante.

Tanti auguri a certi avvocati, il cui compito era di difendere i delinquenti veri e confermare il suicidio di Niki. Alcuni di loro sono anche conosciuti per altre brutte storie.

Tanti auguri al magistrato che ha archiviato vergognosamente la morte di Niki come suicidio, senza dare motivazioni forti e senza nemmeno aver verificato le contraddizioni e messaggi anonimi rintracciabili. Perfino noi abbiamo capito chi fosse l'autore del messaggio.

Tanti auguri ai magistrati che hanno condotto l'Inchiesta Premium, quella per cui Niki è stato arrestato preventivamente e poi ucciso perché era l'unico che non si avvalse la facoltà di non rispondere. E ancora auguri a loro perché probabilmente non sono andati oltre come avrebbero dovuto fare. Perché?

Tanti auguri alla 'ndrangheta che in questa storia ha avuto, a mio avviso, un ruolo fondamentale.

Tanti auguri al Governo che non ha risposto a ben tre interrogazioni parlamentari, più un sollecito, che chiedono chiarezza sulla vicenda di Niki.

Tanti auguri a chi ha abbandonato Ornella nella lotta, tanti proprio perché non volevano rovinarsi le festività. Tanti auguri ai giornalisti che ci hanno abbandonato, spariscono o perché non sono in grado oppure, come già detto, non hanno nessun tornaconto.

E infine tanti auguri agli indifferenti, quelli non mancano mai.

Adesso invece porgo un vero augurio di buone feste alle mie dolci teste di capra, gente semplice e normale come me, che non ci hanno mai abbandonato e mai, ne sono sicuro, lo faranno.


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