Nichi Vendola lascia ufficialmente Rifondazione Comunista

par Riciard
giovedì 22 gennaio 2009

Nichi Vendola lascia Rifondazione Comunista.

"Care compagne, cari compagni ho deciso di lasciare il partito della Rifondazione Comunista. Lo considero una casa snaturata e per questo mi dedicherò a ricostruire una sinistra curiosa del mondo che cambia, all’altezza delle sfide del tempo presente, fatta di sentimenti buoni, di capacità di stare nella realtà, di conoscere i territori e i luoghi di lavoro.

Parlo per me, per il mio sentire, per la mia idea di politica. Non chiedo quindi un reclutamento, una leva militare. Ognuno e ognuna farà i conti con la propria coscienza. Lo spirito che mi muove non vuole determinare rotture ma contaminazioni virtuose: è tempo di elaborare un pensiero forte, di fronte a un mondo attraversato dalla crisi economica e dalla crisi ambientale, per presentarci non come portatori di vecchie mitologie ma come ricercatori di futuro. Dalla settimana prossima il mio cervello e il mio cuore, insieme a quelli di tante e di tanti, avrà solo un assillo: ricostruire per l’Italia e per l’Europa una grande sinistra di popolo, una grande sinistra per il futuro."
(fonte Nichi Vendola blog)

Come dire, era l’ora. Ad essere sincero non adoro le rotture, mi piace costruire, mattone su mattone, non amo le ruspe. Ma se rompere significa distaccarsi da una mentalità vecchia, malsana, arretrata, ormai incapace di leggere il mondo, priva di qualsiasi contatto con la realtà, beh, brindo al nuovo.

Il nuovo che avanza, non il vecchio travestito da nuovo, soffio con tutto me stesso sulle vele di una nuova imbarcazione, verso mari conosciuti e da troppo tempo non sondati.


Nichi Vendola ha sempre dato dimostrazioni di grande carattere, intelligenza, ottime capacità oratorie, ma soprattutto, capacità di ascolto. Sarebbe stupido pensare, proprio per questo, di basare un nuovo movimento su di una persona, per quanto forte e determinata.

La base è quella che conta, o che deve ricominciare a contare.
Un forte augurio, scongiurando una delusione che getterebbe ancora più nel baratro la sinistra.

Paolo Ferrero, dal canto suo, fa una cronistoria della nascita del comunismo, di come si è fondato in Italia, completato da un ritratto di come lui sia ancora legato al nome e alla falce. Deprimente.

Vi lascio il suo splendido discorso al congresso di Chianciano, in una registrazione non proprio perfetta, ma ascoltatene le parole, centellinatele, soppesatele e capirete di quale uomo stia parlando.



Qui
lo potete vedere per intero e con un audio migliore.


Leggi l'articolo completo e i commenti