Nell’attesa per il Lodo Alfano

par Bernardo Aiello
mercoledì 7 ottobre 2009

Nella sua Nota sul Corriere della Sera di oggi, Massimo Franco, a proposito dell’attesa per la sentenza della Corte Costituzionale sul cosiddetto “Lodo Alfano”, parla di “attesa nervosa, quasi la totale sospensione della vita politica del Paese”.

Trattandosi di argomento squisitamente giudiziario, il vostro reporter vorrebbe ingannare l’attesa rileggendo cosa dice sulla giustizia l’Enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate; e vorrebbe farlo prendendo spunto dalla dichiarazione fatta in campagna elettorale da un noto esponente della nostra classe politica, il quale riteneva appropriato dare del coglione a chi non si apprestava a votare seguendo i propri personali interessi.
 
Decisamente diversa da questo pensare la dottrina sociale della Chiesa di Roma, quale scolpita dalle parole del Pontefice.
 
Innanzitutto la giustizia, fondamenta nella costruzione della “città dell’uomo” perché ubi societas, ibi jus. Poi, però, la carità, la quale «eccede la giustizia perché amare è donare, offrire del “mio” all’altro».

 
Sono due visioni politiche decisamente contrapposte. La seconda, quella di Benedetto XVI, non è riuscita a trovare nessun esponente politico, né della maggioranza né dell’opposizione, che la condivida. Almeno, nessuna critica è stata opposta al noto esponente politico, che ha espresso la prima, e tutti si sono dedicati ad altro: a Noemi, alla D’Addario, ad attaccare in maniera irriguardosa il Capo dello Stato, reo di svolgere il suo compito istituzionale libero da ogni pregiudizio, a sostenere che bisogna stare più a destra o più a sinistra tanto nessuno sa cosa voglia dire ma lo intende e poi ci da il suo voto, e ad altre facezie di questo tipo.
 
Tutto ciò non deve stupire più di tanto perchè vale per questo, ma vale per tante altre cose. Se ne lamentò anche Leonardo Sciascia in un suo bellissimo brano tratto dal romanzo Il contesto: Un Paese dove non avevano più corso le idee, dove i principi – ancora proclamati e conclamati – venivano quotidianamente irrisi, dove le ideologie si riducevano in politica a pure denominazioni nel gioco delle parti che il potere si assegnava, dove soltanto il potere per il potere contava.

Ecco perché la vita politica si è fermata, sospesa in nervosa attesa della decisione della Corte Costituzionale: aspettiamo tutti di sapere se il potere per il potere cambierà in qualcosa; tanto delle idee, dei principi e dei programmi, non importa nulla a nessuno.
 
Forse, quando leggerete queste righe, lo avrete già saputo.

Leggi l'articolo completo e i commenti