Negazionisti

par Giuseppe Aragno
lunedì 27 gennaio 2025

Ringrazio Antonio Musella, giornalista di Fanpage, che mi ha risparmiato la fatica di ricordare a chi preferisce dimenticare che il giorno della memoria è un rifiuto del negazionismo, anche di quello che nega l'esistenza oggi in Israele di un governo di assassini e di un esercito guidato da criminali di guerra.

Alberto Defez e la sua famiglia, erano ebrei napoletani. Non si erano mai piegati al fascismo prima delle leggi razziali. Nel 1940 insieme a suo fratello e sua sorella, furono esclusi dalla scuola perché ebrei. Continuarono ad istruirsi grazie alle scuole clandestine, dove i professori ebrei cacciati dalle scuole dai fascisti insegnavano ai ragazzi ebrei a cui era impedita l’istruzione. Lo facevano nelle case, nei nascondigli, protetti dai napoletani che li avvisavano durante i rastrellamenti. Poco dopo, insieme al fratello Leo, venne catturato e mandato ai lavori forzati in provincia di Caserta. Lì riuscì a a scampare numerose volte alla cattura dei fascisti e dei nazisti, grazie ai contadini della zona che fecero di tutto per proteggere loro e gli antifascisti mandati ai campi di lavoro. Quando arrivò l’8 settembre, Alberto Defez tornò immediatamente a Napoli, svolgendo da subito attività antifascista nei gruppi partigiani. Quando scoppiò l’insurrezione delle 4 Giornate nel 1943, Alberto era nella zona di Piazza Dante, nei pressi dell’incrocio di via Tarsia. Si era nascosto con altri amici dai raid dei nazisti, che attraversavano via Toledo sparando ad ogni incrocio sui due lati della strada. All’alba del 27 settembre, dopo alcune ore di silenzio, dal suo nascondiglio vide un gruppo di ragazzi con dei fucili, spingere alcuni nazisti catturati al centro della strada. Uscì, recuperò una pistola sequestrata ai prigionieri, e iniziò a combattere. Per 4 giorni Alberto combatté contro i nazisti nelle strade di Napoli, rischiando la vita due volte. Quando la città fu liberata, la sua resistenza non finì. Si arruolò volontario e passò le linee nemiche andando verso nord. Per altri due anni combatté con i partigiani al Nord, dopo averlo fatto a Napoli. Alberto Defez insorse contro la dittatura, l’odio, il razzismo, la sopraffazione, per la libertà, la solidarietà e la democrazia. Alberto Defez era un giusto ed a lui, a quelli come lui, a chi semplicemente visse quell’orrore, va il mio ricordo.

I giusti non massacrano bambini inermi, non sono sadici, non affermano supremazie razziali, non occupano terre, non seminano odio. La memoria dovrebbe sempre servire a guardare al presente, non solo a commemorare il passato. Oggi i giusti sono solo la memoria di ciò che fu.

Ps: E’ grazie a persone come Giuseppe Aragno se sono state recuperate le storie come quella di Alberto Defez e di tanti e tante altre.

 


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