Nasce il "Polo della Nazione". Aspettiamo con ansia il simbolo

par Giacomo Lagona
giovedì 16 dicembre 2010

In Italia nascono partiti ogni due per tre. E’ così, lo sappiamo e ce ne siamo già fatti una ragione: deputati che si staccano dal partito in cui sono stati eletti ed entrano in altri con i quali fino al giorno prima erano nemici giurati; deputati che lasciano il proprio partito per formarne un altro più consono alle proprie esigenze, più personalizzabile e plasmabile alla loro persona; deputati che si dicono tutti d’un pezzo per poi aderire a cause che fino all’attimo prima erano considerate vili populismi demagogici.

I deputati italiani rendono benissimo l’idea dei loro comportamenti perché “senza vincoli di mandato”, ovvero non legati a nessun interesse particolare (nemmeno a fare gli interessi della nazione, aggiungerei), pertanto non possiamo farcene un cruccio se poi l’uno passa dall’altro lato della barricata tradendo, eufemisticamente, il voto popolare. Del resto sappiamo, perché lo abbiamo scoperto e capito meglio in questi giorni, che non abbiamo eletto un parlamentare per fare i nostri interessi, bensì un deputato (cialtrone?) che faccia i propri senza pettorina partitica. E questo è un bene se ci pensiamo: chi, tra i milioni di elettori che ogni quinquennio – quando va di lusso – vanno a fare il proprio dovere davanti alle urne, mette la crocetta per portare in Parlamento Tizio e Caio senza pensare nel modo più assoluto al partito in cui corrisponde il nominativo scelto? Ma nessuno, naturalmente! Quindi tanto vale eliminare i partiti e dare a cesare quel che è di cesare. Niente vincoli di mandato, dunque.

L’Italia è però il paese del controsenso ad interim. Invece che eliminare i partiti perché inutili si creano e si disfano alleanze e coalizioni come un colpo di tosse invernale. L’ultimo della lista è il gruppo del centro destra moderato “Polo della Nazione” il cosiddetto Terzo Polo:

È nato ufficialmente il Polo della nazione. «Da oggi queste forze si uniscono in un unico polo e da domani agiremo insieme in Parlamento e nel Paese», ha reso noto il deputato di Futuro e libertà Adolfo Urso, arrivando alla riunione all’Hotel Minerva di Roma dei parlamentari di Fli, dell’Udc di Pier Ferdinando Casini, dell’Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli, del Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo, dei Liberaldemocratici. Sarà una forza di opposizione seria e responsabile pronta a confrontarsi su eventuali provvedimenti che vadano incontro agli interessi generali degli italiani, a partire da quelli economico-sociali e dalle grandi riforme che servono al paese» dice Casini.

Vediamo chi fa parte del PdN. Futuro e libertà per l’Italia, FlI, nato da una costola deltraditore Fini eletto e al governo come Presidente della Camera a maggioranza Pdl, sono quasi tutte vecchie glorie missine; l’affidabilissima Unione di Centro di Casini, Udc, da sempre con Berlusconi, e all’opposizione in questa legislatura, tutti ex Dc; Alleanza per l’Italia del pasdaran Rutelli: nato radicale, diventato verde, fonda la Margherita e il Partito Democratico (in anni diversi, probabilmente), si stacca per creare il simbolo incerottato; il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, MpA, sostenuto dall’inossidabile presidente del Napoli Club Parlamento, tutti meridionalisti e autonomisti. Ai partiti sopra citati si aggiungono i Liberal Democratici di Italo Tanoni, i repubblicani Giorgio La Malfa e Luciana Sbarbati, e l’ex liberale Paolo Guzzanti.

Casini dice che il nome non è ancora definitivo e quindi il simbolo non è ancora pronto. Io però non sto nella pelle…


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