Napolitano da Garante dello Stato a Garante di Silvio
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venerdì 9 aprile 2010
Era il 2 gennaio 2010, ed era appena iniziato l’anno del riscatto. "Il presidente Napolitano si faccia garante del percorso per le riforme", auspicò il Satrapo del Consiglio.
Ma siccome ogni promessa è debito, l’esperienza di oggi ci insegna che in Italia in una settimana può succedere tutto quello che non riesce in 3 mesi.
Maledetti scherzi della natura, il 31 marzo 2010 a Napolitano si scarica la biro, e casualmente non riesce a firmare il Ddl sulle modifiche all’Art.18 .
Ma avviene un colpo di scena: i due s’incontrano subito dopo, il giorno dopo, il 1 aprile al Quirinale.
Poi passano 6 giorni, ed il 7 aprile Napolitano gli firma il legittimo impedimento; poi passa un altro giorno e l’8 aprile gli dà ufficialmente il Via alle Riforme.
Da quel 2 gennaio sono passati poco più di 3 mesi: Silvio gli aveva chiesto di garantire le riforme, ma Giorgione (vecchia volpe) invece ha rilanciato con riforme ed immunità.
Alla faccia di Bossi e di Fini che fingono di fare i Fidi Alleati. Alla faccia di Casini che vorrebbe tornare sui suoi passi. Alla faccia di Alfano e del suo Lodo. Alla faccia della Corte Costituzionale, della Costituzione e dell’Incostituzionalità.
Ora che il Presidente della Repubblica è diventato il suo Ghedini, il suo Bonaiuti ed il suo Capezzone, è ufficialmente anche il suo avvocato, il suo portavoce ed il suo spin-doctor.
In una settimana Napolitano è riuscito a diventare il suo vero Garante, con la G maiuscola! Ma come avrà fatto?
Ma pensandoci bene, la storia insegna che a volte sono i piccoli gesti quotidiani a fare le grandi differenze: un Berlusconi che ti corre il primo aprile a ricaricarti la biro, non capita mica tutti i giorni.
(P.S. Ma poi se n’è sarà accorto che era solo uno stupido Pesce d’Aprile?)