Napolitano a Rimini scalda i cuori dei "catto-berlusconiani"

par Voltaire
lunedì 22 agosto 2011

Domenica a Rimini con un discorso sentito ed applauditissimo il Presidente della Repubblica ha inauguarato il tradizionale meeting di Comunione e Liberazione, Il movimento cattolico fondato da Don Giussani agli inizi degli anni ‘50.

Un tempo accoglienze cosi' calorose erano riservate solamente a leaders storicamente vicini come Berlusconi o Andreotti, oggi qualcosa sembra sia incominciato a cambiare.

CL da corpuscolo della chiesa cattolica guidata da un prete di periferia (guardato con iniziale sospetto dalle gerarchie vaticane), presente soprattutto nelle università milanesi, è divenuta nel corso degli anni una costola organica della chiesa odierna, mentre i suoi uomini siedono a capo di importanti istituzioni religiose e non.

Per citare alcuni nomi: Roberto Formigoni, governa da 4 mandati la Lombardia, Maurizio Lupi, ex assessore all’urbanistica del comune di Milano è vicepresidente della Camera dei Deputati, Mario Mauro siede al Parlamento europeo di cui è stato vicepresidente, mentre il Cardinale Angelo Scola è stato nominato pochi mesi fa Arcivescovo di Milano.

CL per la capacità indiscussa di penetrare nelle realtà produttive e soprattutto di “fare rete” è potuta diventare un punto di riferimento non solo nella costellazione del movimentismo cattolico ma anche un perno per gli assetti economici e politici del nostro paese.

La Compagnia delle opere, l’associazione imprenditoriale che fa riferimento a CL è cresciuta esponenzialmente ed oggi conta 41 sede sparse in tutto il mondo e 34000 aziende affiliate.

In campo politico il nome di CL è indubbimante legato al nome di Silvio Berlusconi, in quanto il movimento di don Giussani, si è legato al Cavaliere sin dalla sua discesa in campo, sostenendone convintamente tutti i provvedimenti (leggi ad personam incluse).

Sicuramente si è trattato di un matrimonio di interessi, da un lato il Presidente del Consiglio ha dato una avvallo a molte politiche dettate dalle gerarchie Vaticane di stampo “Ruiniano”, che consistono in un no netto alle leggi sul fine vita, sulla procreazione assistita, e sull’ampliamento dei diritti civili (regolamentazione delle coppie di fatto, divorzio breve) ricevendo in cambio una legittimazione di stampo cristiano ed conseguentemente un cospicuo pacchetto di voti di cui lo schieramento “moderato” ha infinito bisogno.

CL ha rappresentato lo zoccolo duro dei “catto-berlusconiani” che appoggiano l’attuale compagine governativa. Una delle componenenti più fedeli ed aggurrite. Non hanno mai alzato la voce o minacciato di ritirare la propria fiducia, nemmeno nei numerosi momenti bui che questa maggioranza ha attraverato e sta ancora attraversando .

Eppure qualcosa si sta muovendo. La delusione che accomuna gran parte degli elettori del blocco di centrodestra arriva a lambire anche i cattoberlusconiani di CL, i quali non sono più disposti ad accettare indiscrinatamente meri provvedimenti di facciata che non vengono tramutati in politiche concrete a favore della famiglia, della sussidarietà e dell’equiparazione tra pubblico e privato.

Una prova dello scollamento tra CL e il Berlusconismo sono gli applusi sinceri che il pubblico del meeting di Rimini ha tributato domenica al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quando ha pronunciato la seguente durissima domanda:

Possibile che si sia esitato a riconoscere la criticità della nostra situazione e la gravità effettiva delle questioni, perché le forze di maggioranza e di governo sono state dominate dalla preoccupazione di sostenere la validità del proprio operato, anche attraverso semplificazioni propagandistiche e comparazioni consolatorie su scala europea?”

Davanti ad una realtà così evidente anche coloro che della fede (religiosa e politica) hanno fatto una ragione di vita, hanno incominciato a porsi degli interrogativi la cui risposta potrebbe mettere in discussione quello che hanno acriticamente sostenuto fino ad adesso.


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