Napolitano: "Io non rappresento le banche". E Farage attacca ancora il Governo italiano

par Alvin Vent
lunedì 20 febbraio 2012

Nigel Farage è un politico inglese che dopo aver lasciato il Partito Conservatore (in seguito alla ratifica del tattato di Maastricht che in un certo verso ha gettato le basi dell'attuale Unione Europea) ha fondato l'UKIP, Partito per l'Indipendenza del Regno Unito.

Farage da sempre si batte in difesa della sovranità nazionale e lancia le sue sferzanti accuse spesso e volentieri verso i potenti del Parlamento Europeo non eletti, ma nominati (celebre il suo intervento del 2011 contro il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy).

Il 16 febbraio scorso è stato intervistato nel corso del programma The Alex Jones Show ed ha parlato del suo incontro con il nostro Primo Ministro, Mario Monti. In qualche modo Monti rappresenta perfettamente le figure politiche contro cui lotta Farage; più volte, infatti, il politico britannico ha sottolineato come il Primo Ministro non sia stato eletto dal Popolo Sovrano (esattamente come Van Rompuy), ma sia stato semplicemente "nominato" e, viene da sé, tale nomina comporta una "sospensione della democrazia".

Tale "sospensione" sembra essere ben chiara a Monti, il quale, riferisce Farage, gli avrebbe detto:

La democrazia deve essere sospesa per un breve periodo in modo da poter risolvere tutto.

Farage pone l'accento sul passato di Monti: se ora si trova a capo dell'Italia (in un ruolo quindi specificamente politico che, per quanto tecnico, deve agire nell'interesse del Popolo Sovrano) la carriera dell'attuale premiere lo vede "Commissario Europeo ed ha lavorato per Goldman and Sachs" ergo "rappresenta tutto ciò che riflette questo nuovo governo mondiale".

L'intervento di Farage si conclude con un'accusa non del tutto nuova, se si pensa ad esempio a giornalisti quali Paolo Barnard, ma certamente pesante soprattutto se consideriamo la formazione del politico, ex Conservatore che formatosi in una società di brokeraggio inglese, difficile considerarlo complottista o anticapitalista tout cour:

Se ci pensate è lo Stato e le grandi banche che vogliono controllare completamente la vita di tutti... stanno depredando le fondamenta della libertà e della democrazia...

Se valutiamo quanto espresso da Farage a proposito dello stato del nostro paese e lo confrontiamo con quanto dichiarato oggi dal Presidente Napolitano, garante di quella costituzione atta a tutelare il solito Popolo Sovrano, alcuni paradossi ed alcune contraddizione saltano facilmente all'occhio.

Oggi Napolitano ha parlato all'Università di Cagliari, a proposito del Governo dei tecnici il presidente ha parafrasato le parole di Monti: "Abbiamo bisogno in questa fase di far funzionare questo cantiere in Parlamento".

Oltre a Sardigna Natzione e anti-Equitalia erano presenti anche studenti universitari e rappresentanti del Movimento dei Pastori Sardi che oltre a contestare Napolitano hanno manifestato la premeditata mancanza di dialogo da parte di quest'ultimo:

Abbiamo detto no all'incontro con un delegato del Quirinale perché se Napolitano ha trovato il tempo per incontrare le altre rappresentanze lo doveva trovare anche per noi. Il presidente ha messo da parte i mestieri tradizionali della Sardegna: i pastori, gli agricoltori e gli artigiani.

Queste le parole di Felice Floris, leader del movimento. Farage riportava altre parole, quelle di Monti ("Io sono in carica, che vi piaccia o no, questo è il modo in cui le cose saranno fatte") suonano fin troppo simili alla mancanza di dialogo da parte di Napolitano lamentato dai Pastori Sardi.

Dulcis in fundo, a chi accusa la politica italiana di non rappresentare più il Popolo Sovrano, ma solo gli interessi delle banche, secco, Napolitano ha risposto:

Io non rappresento le banche e il grande capitale finanziario come qualcuno umoristicamente crede o grida. Io sarò accanto a chi darà il suo apporto allo sforzo collettivo di rilancio della nazione italiana e di ricostruzione di una nuova Europa.

Presidente e Primo Ministro sembrano avere entrambi le idee molto chiare riguardo il come operare in questo difficile momento di crisi: la delicatezza e la straordinarietà del contesto comportano "lacrime e sangue", politiche di austerity, tagli e "sospensione della democrazia". Sono queste dinamiche politiche estreme ed originali, perché questa crisi non è come le altre, perché non dobbiamo fare la fine della Grecia e via dicendo.

Per tornare a Nigel Farage, il politico inglese aveva detto un'ultima cosa a proposito della crisi e della gestione della stessa osservando come le cose siano rapidamente cambiate negli ultimi mesi:

6 mesi fa c'era una sorta di sensazione di panico. Tutto stava andando male, erano terrorizzati. Si poteva vedere la paura nei loro volti. Ora invece non vedo alcun timore: è come se questa crisi perpetua fosse diventata una nuova forma di Governo e che ora si rendono conto che possono realmente farla franca con qualsiasi cosa.

Ecco il video dell'intervento di Nigel Farage:


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