Napoli è ultima per colpa di un imbuto

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mercoledì 8 dicembre 2010

In tutta questa triste e deprecabile storia, io ho sempre pensato che chi ci vide lungo fu quel genio di Dante Alighieri.

Il Sommo Poeta immaginò l'Inferno come un grande imbuto diviso tra una selva oscura, che simboleggiava il peccato, ed una serie di cerchi, uno per ogni tipologia di peccatore.
 
Nella parte più stretta dell'imbuto Dante ci mise i più vili della storia, e cioè i traditori.
 
Mi piace immaginare l'Italia in questo momento come un grande imbuto: la Camera dei Deputati ad esempio. In ogni cerchio una serie di deputati, senza distinzione di età, sesso, partito o religione: nell'ultimo cerchio, quello dei traditori che è il lato
più stretto dell'imbuto, non c'è traccia di essere vivente.
 
Ed è proprio in questo vicolo cieco, che il cerchio dei più infami secondo Dante, io immagino Napoli, l'ultima delle ultime.
 
Qui, in un lungo e plateale silenzio, giacciono un po' tutti i peccatori, come qualità e quantità, come provenienza e come reato, come genere e come misura.
 
Tutti tranne i politici, questi ectoplasmi della società civile, che si aggirano nei meandri delle città perdute solo in periodi di campagna elettorale.
 
Napoli è il loro simbolo, la loro puttana preferita, la pompinara più audace: quella che sai che non tradisce, quella che quando hai bisogno di qualche voto ti basta distribuire qualche posto di lavoro o qualche pacco di pasta, togliere qualche sacchetto di spazzatura, dirle"Te vogl bben" o "Si a vita mì", ed il risultato è assicurato.
 
A sentir il Sindaco Iervolino, Napoli è ultima, ma per contributi statali. A sentir Berlusconi, Napoli ha la Tarsu più alta d'Italia, ma per colpa di un'amministrazione di sinistra.
 
Insomma, Napoli è ultima, ma per colpa di nessuno.
"E' ultima" sembra il trailer di un film, un libro che racconta una grande disfatta.
 
Ma altro che Roberto Saviano.
E' l'Inferno la vera storia di Gomorra.
 

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