Napoli: Petru muore in diretta e Marco Mariano se ne va al bar

par Francesco Piccinini
mercoledì 17 giugno 2009

Montesanto è il ricordo degli odori di frittura e ferrovie. Montesanto è la salita schiacciata tra il Vomero ed il centro storico.

In quella piazza piccola come il coraggio dei boss si mischiano odori, suoni e uomini. A volte uomini di merda.

Montesanto racchiusa tra l’antico mercato della Pignasecca e il centro sociale Diego Armando Maradona (DAM). Vicoli, che salgono da Piazza Dante, sbattono sul parco dei Ventaglieri e riscendono verso i quartieri spagnoli.

Montesanto è migliaia di persone, 3 linee di metro e una funicolare che scompaiono nelle grotte del quartiere. Montesanto è la pizza fritta di Fiorenzano che non c’è più, uccisa da qualche esoso proprietario.

Montesanto è la più grande tipografia per locandine di film e dvd porno di tutto il sud Italia.

Montesanto l’ospedale Pellegrini in cui l’ambulanza fatica ad entrare.

Montesanto è grande quanto il coraggio dei camorristi che scivolano veloci sulle moto sparando in mezzo alla folla. Non avevo bisogno di vedere il video di Repubblica per immaginare il caos creatosi in quegli attimi. La folla, la paura, quel dannato effetto Kitty (bystander) o forse semplice egoismo umano.


Un ragazzo con la sua fisarmonica si accascia atterra. Quel ragazzo lo conoscevano tutti a Montesanto. Portava il suo strumento a spasso tra Torregaveta e Montesanto d’estate, tra il Vomero e il centro città d’inverno. Quel: “tt’o’ ricuorde’?” della persona che mi ha dato la notizia produce un effetto eco nella mia testa.

Petru l’ho visto ieri, per l’ultima volta, in quel video. L’ho visto piegarsi. Colpi di 9x21 in pancia. Quello che non avete visto è quello che viene dopo: la fine. Perché quando si è sparati in pancia il corpo rilascia tutta la materia organica: piscia e merda circondano la tua sagoma. Muori, solo, restituendo al mondo la tua di merda.

Eppure sarebbe bastato poco, l’ospedale era lì… A meno di cento metri. Colleghi giornalisti scrivetelo! Scrivete per chi non conosce Napoli che quel dannato ospedale dista meno di cento metri dal punto in cui è morto. Bastava una sola persona, una che lo prendesse, bastavano due infermieri con una barella.

Petru è morto nell’indifferenza perché era rumeno. Nessuno mi venga a raccontare il contrario! Fosse stato un camorrista sarebbe arrivato in ospedale circondato da 9x21. Sarebbe arrivato tra lacrime e grida, sarebbe stato imposto al medico di fare qualcosa, di salvare un morto. Succede così in Campania quando si fanno i morti. Una farsa al quale il chirurgo di turno deve prestarsi: far finta di fare un massaggio cardiaco, iniettare placebo, far finta… Far finta… Far finta che sia tutto normale, che non sia successo niente… Che domani sia un altro giorno… Che la nottata passi.

Si muore così sotto il Garigliano. Si muore tra una frittura e l’odore di carbonio. Si muore perché un Mariano qualsiasi è uscito di galera. Si muore e la “gente perbene” invita "Marcuccio" ad offrire una birra ai presenti per festeggiare: "l’uscita dall’ospedale", mentre in commissariato lo attende un decreto di sorvegliato speciale. Sotto i Garigliano si muore perché un Marco Mariano qualsiasi possa continuarsi a bere il suo caffé in un bar di piazza Carità.

Per te Petru... http://www.deezer.com/track/2267416

La cronaca di eptor10


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