Nani, ballerine e clowns. Il terremoto dell’Abruzzo

par Gloria Esposito
mercoledì 8 aprile 2009

Da giorni ormai il terremoto dell’Abruzzo non è più la tregedia dell’umanità fatta di storie e di solitudini ma è solo uno spettacolo permanente per giornalisti, politici e chi più ne ha più ne metta. Dando una scorsa ai telegiornali, mi è capitato di vedere uno stralcio di servizio del TG4 in cui un giornalista apre una tenda nel cuore della notte e lascia intravedere gli sfollati che dormono.
 
Perché?

Perché il giornalista aveva bisogno di “umanizzare” il suo servizio. Quello che più importa, però, (e tutti se ne curano solo a parole) è ciò che succede a telecamere spente a coloro che hanno perso tutto, casa, famiglia, amici. Rimangono solo la solitudine e il dolore. Ma per fortuna a trovare il rimedio ci pensa il Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna che insieme ai politici di turno, si concede una visita-passeggiata nel campo dei nuovi disperati dichiarando: “credo che da parte delle istituzioni ci sia la dimostrazione della volontà che nessuno deve sentirsi solo. Gli abruzzesi non verranno lasciati soli né adesso né nei prossimi mesi”. Già, perché a fronte di una prevenzione nulla del disastro e di una catastrofe se non evitabile, volutamente resa esagerata per le terribili pecche dei governanti, finalmente vengono inviati medici clown, psichiatri e psicologici infantili. Se ne sentiva il bisogno dell’ennesimo palliativo che serve solo per pubblicità: con genitori a pezzi e case sventrate i bambini che dovrebbero fare? Ridere per fare contenta la ex velina?
 
Parlando di cose serie, adesso che tutti hanno bene a mente che i terremoti non sono un’invenzione delle “cassandre” ma eventi possibili e reali perché non costruire edifici antisismici e rinforzare quelli che già esistono per dare una spinta all’edilizia invece del “piano casa”? E soprattutto perché il governo si preoccupa dei cataclismi naturali solo quando il dado (e il danno) è tratto?
L’Italia ha necessità di manutenzione in particolare in quelle zone più colpite da catastrofi naturali.
 
Inoltre le scosse dalle 19 di Domenica scorsa si sono avvicendate sempre con maggiore intensità... fino a quella culmine delle ore 3.32 del Lunedì: perchè coloro che odiano gli “inutili” allarmismi in quel lasso di tempo non hanno avvertito la popolazione che poteva verificarsi una scossa ancora piu’ terribile delle precenti?
 
Ancora: se a conti fatti la prevenzione costa di meno delle emergenze e della ricostruzione post-distruzione perché non si attua?
 
E soprattutto, chi controllerà i fondi che stanno affluendo (grazie alla solidarietà) massicciamente in Abbruzzo?
 
Credo che tutti gli abruzzesi avrebbero preferito barattare un po’ piu’ di solitudine con un aiuto dello Stato preventivo alla tragedia.

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