Nadal-Federer. Il lato oscuro del talento

par Simone Colosio
lunedì 2 febbraio 2009

Melbourne, ennesima sconfitta sportiva e psicologica per Federer, Nadal lo costringe alle lacrime.

Quella di domenica è stata la quinta sconfitta subita da Federer in cinque finali consecutive contro Nadal; oltretutto è stata l’ennesima occasione mancata dalla svizzero per raggiungere il record assoluto di 14 slam vinti che appartiene a Pete Sampras.

Fin qui si è parlato di numeri, che nello sport hanno una valenza straordinaria, ma nel caso specifico "Federer vs Nadal" è bene fare considerazioni di altro genere: sono ormai note le difficoltà che Federer incontra quando affronta Nadal, soprattutto dal punto di vista psicologico, sicuramente i colpi dello spagnolo devono aver pure dei meriti, ma vedendo l’espressione del volto di Federer si può facilmente capire che non si tratta di un problema tecnico.



Per capire il motivo di questa "sindrome", che affligge lo svizzero, si deve partire, paradossalmente, con l’accusare madre natura per il mostruoso talento tennistico donato al ragazzo di Basilea, se il talento gli ha permesso di diventare ciò che è, uno dei più grandi di tutti i tempi, è vero anche che lo stesso talento non gli ha fatto sentire la necessità di affinare altre qualità, come la concetrazione, la voglia di lottare ad ogni punto, e forse anche l’umiltà di potere accettare che esiste un giocatore in grado di metterlo in difficoltà, qualità che ad un certo punto di una carriera possono diventare indispensabili per ottenere successi; il talento non può sempre vincere contro la voglia di emergere.

A questo punto non è da escludere che Federer mon vincerà mai più contro Nadal, in ogni caso lo svizzero rimane il tennista più talentuoso di sempre ma magari non il più vincente.


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