Muore Renato Dulbecco, ma per lui nessuna prima pagina

par Sandro
martedì 21 febbraio 2012

Per altri personaggi, per carità anche bravi, ma che hanno saputo distruggere la loro vita, i giornali e sui social network si sono scatenati. Per Renato Dulbecco, che ha passato la vita per sconfiggere il cancro, e quindi per fare in modo di migliorare la vita altrui, solo dei trafiletti. Quasi nessuno sui social network s'è scomodato.

Dico solo che Dulbecco ha scoperto il meccanismo d’azione dei virus tumorali nelle cellule animali, scoperta per cui ha meritato il Premio Nobel per la medicina. Dico solo che si è impegnato fino alla fine dei suoi 98 anni (che avrebbe festeggiato domani) per combattere il cancro. No dico: il cancro.

Ebbene ieri è morto, ma le prime pagine dei giornali l'hanno ignorato, invece di dedicare l'home page come accaduto per Michael Jackson, Amy Winehouse e Whitney Houston. Che saranno anche ottimi cantanti, ma non hanno né creato né rivoluzionato un bel niente. Ma hanno, piuttosto, saputo distruggere ottimamente la loro vita. Per costoro pianti disperati di massa che manco il funerale dei dittatori coreani. Fenomeni da baraccone da vivi e da morti che hanno saputo sfruttare manipoli di masse che come tantissimi pecoroni si disperavano e strillavano a comando salvo rientrare nei rispettivi posti assegnati quando il clamore è passato.

Visionario come Dulbecco, seppur in ambiti diversi, era Steve Jobs. A costui sono state giustamente dedicate le prime pagine dei giornali quando è morto. Ma per Dulbecco ogni giornale ha sì e no dedicato qualche trafiletto. Eppure Dulbecco ha fatto molto di più anche di Jobs.
 
Sui social network nessuna gara a condividere foto, citazioni, opere. Niente. Silenzio assordante salvo pochi che hanno deciso di ricordarlo. Mentre la farfalla di Belen suscita approfondite disquisizioni.

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