Movimento 5 stelle: ma quale antipolitica?

par paolodegregorio
mercoledì 6 giugno 2012

Se non fossimo immersi in un sistema informativo in cui i “giornalisti” non sono indipendenti, ma sposano, oltre allo stipendio, la “linea editoriale” del loro padrone, tutti si sarebbero accorti che l’unico partito con un programma scritto, con regole nuove per un Parlamento pulito e il costante avvicendamento della classe dirigente (due legislature e poi a casa), che sostiene di voler andare alle elezioni da solo, con facce nuove e cervelli nuovi che da anni si confrontano in Rete, è il Movimento 5 stelle, che tutti i media insistono a definire antipolitico.

I veri politici, gli unici che possono fregiarsi di tale titolo, sarebbero i naufraghi del ventennio berlusconiano che, dopo avere vigliaccamente affidato il governo a “tecnici” di loro fiducia, ora tentano di riciclarsi sciogliendo il PDL per tornare in politica con un nuovo partito, Italia Pulita, immaginato da due giovani virgulti incensurati, Berlusconi e Dell’Utri che si affacciano entusiasti e volenterosi per spendersi a favore di una Italia migliore.

E’ vera politica quella della Lega, spaccata tra ladroni e secessionisti, stimata ormai sotto il 5%, il cui vero programma è quello di sopravvivere contando sulla labile memoria degli italiani?

Non ci sembra migliore la situazione del PD (partito democristiano), ormai partito di estremo centro, spaccato in più di 10 correnti, in mano ad una dirigenza da più di 40 anni al potere, che regola con sufficienza e arroganza le proposte di alleanza di IDV e SEL. Partito che definire di sinistra è una bestemmia, criticato anche da De Benedetti (il Berlusca di sinistra, proprietario di Repubblica e dell’Espresso), che vorrebbe affiancargli, assieme a Saviano, un po’ di personaggi decenti, altrimenti si perde anche stavolta.

Questa dunque sarebbe la vera politica da seguire e votare senza protestare troppo, ce lo chiede l’Europa, il Vaticano, la Trilateral, la Bilderberg, la Nato, le banche, gli evasori fiscali, e tutto filerebbe liscio se non ci fosse una crisi economica grave, sistemica, sottovalutata e non governata per anni, di cui questa politica porta l’intera responsabilità.

Essere “antipolitici”, nel senso di schifare i maggiori partiti politici italiani, è un dovere di resistenza sociale e non bisogna farsi fregare dai distinguo perché i grandi partiti si sono spartiti tutto, dalla RAI alle ASL, ai consigli di amministrazione, alle nomine delle banche, agli appalti dei grandi lavori. Hanno occupato lo Stato fino a sostenere insieme il governo Monti che sta tagliando solo da una parte sociale, quella parte che è maggioranza numerica nel paese e che oggi non è rappresentata politicamente.

Il Movimento 5 stelle è oggi l’unica novità autenticamente politica, esso rifiuta il finanziamento pubblico, propone riforme vere a costo zero, e merita la fiducia di quel 57% di italiani che votarono nell’ultimo Referendum, contro acqua privata, nucleare, impunità per Berlusconi, e deve far tornare al voto quel 37% di italiani che oggi dichiara di volersi astenere. 

Populismo? Affidarsi al popolo è sempre giusto, e chi parla in tono spregiativo del populismo e del linguaggio crudo e chiaro di Grillo, in realtà teme come la peste la sua affermazione, perché la verità vera è che oggi siamo in mano a minoranze oligarchiche di capitalisti e politicanti di professione, preti e banchieri, piduisti e mafiosi, proprietari di TV e giornali, che hanno in mano tutto e ci hanno portato al fallimento e alla disperazione.


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