Movimento 5 Stelle e circoscrizioni a Messina: l’ennesima incoerenza grillina

par ggv84
lunedì 21 maggio 2018

Potrei parlare di tante cose quando si tratta del Movimento 5 Stelle: della delusione di aver supportato un Movimento antisistema che è di fatto diventato un partito affamato di potere come gli altri; delle tante incoerenze, giravolte, alleanze non previste dal non-statuto; di quanto abbiano coperto gli occhi, le orecchie e la bocca pur di ottenere le poltrone; di un contratto di governo che fa capire quanto si siano fatti fregare dalla Lega Nord, prevedendo mezza riga sul Sud Italia, appena otto righe sulla lotta alla mafia e ben tre pagine anti-immigrati (contratto scritto con i compagni di partito del condannato senatore Umberto Bossi); di uno strano dietro-front di Berlusconi che notoriamente non indietreggia mai se non è sicuro di avere qualcosa in cambio (impunità, leggi ad personam, ecc.).

Ma preferisco concentrarmi su altro, di cui i giornali principali non parlano: in questi giorni entra nel vivo la campagna elettorale per le elezioni comunali a Messina. Secondo i sondaggi (l’ultimo su tempostretto.it), sembrerebbe profilarsi un ballottaggio tra il sindaco uscente Renato Accorinti (supportato solo da tre liste civiche) e il deputato regionale Cateno De Luca (divenuto famoso anche per l’arresto il giorno dopo la sua elezione a deputato lo scorso novembre).

Il Movimento 5 Stelle quest’anno si presenta sempre con la solita unica lista, ma la vera differenza rispetto a cinque anni fa è l’essersi presentato anche alle sei circoscrizioni. Nelle elezioni del 2013 infatti i pentastellati dichiararono di non presentarsi ai quartieri, ritenendoli “troppo costosi” ed “illegittimi” in base ad una legge inserita nella finanziaria del 2010 (n.191/2009) che prevedeva la soppressione delle circoscrizioni nei comuni con meno di 250mila abitanti.

Le dichiarazioni di 5 anni fa erano:

La legge finanziaria del 2010 (n. 191/2009) – scrivono in una nota – impone l’abolizione dei Consigli Circoscrizionali nei Comuni con meno di 250.000 abitanti, e siamo dunque eticamente obbligati a dare un segnale forte, coraggioso e giusto nel non presentare candidati alle circoscrizioni ricordando che la questione morale è la nostra vera priorità. “Noi riteniamo che si affermi ciò in maniera contraria ai criteri di riduzione della spesa pubblica. La circostanza è che le stesse norme statali, in quanto fissano limiti di spesa, sono anzitutto norme di coordinamento finanziario e come tali applicabili anche alle Autonomie speciali in considerazione dell’obbligo generale di tutte le Regioni, ivi comprese quelle a Statuto speciale, di contribuire all’azione di risanamento della finanza pubblica. Viene ignorato – continua la nota – l’esito dell’ultimo censimento demografico Istat, che conferma la popolazione messinese in 243.262 abitanti, è stato evidentemente trascurato dagli attuali amministratori. Mantenere queste poltrone ammonta a circa € 1.500.000 annui, che saranno sostenuti, ancora una volta, da una cittadinanza ormai sempre più gravata da continui balzelli; tutto questo mentre decine di famiglie messinesi di nuovi poveri lottano per la sopravvivenza”.

Cinque anni dopo, dopo un ulteriore calo demografico nella città di Messina, eppure i grillini smentiscono sé stessi decidendo di candidarsi in tutti i 6 quartieri del capoluogo dello Stretto. I casi sono due:

Un ennesimo passo falso che dimostra quanto il Movimento ormai sia la fotocopia di tutti gli altri partiti.

 

(P.S: Mentre scrivo l'articolo, il designato assessore ai servizi sociali del Movimento 5 Stelle passa a Forza Italia. Ma come vengono scelti gli assessori?)


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