Movimento 5 Stelle: Grillo come Pannella?

par Francesco Scolamiero
mercoledì 18 aprile 2012

Il Movimento di Beppe Grillo potrà portare finalmente qualcosa di innovativo nel panorama politico italiano o rischiamo di vedere un film già visto, come la parabola politica dei Radicali?

Ho la sensazione che il Movimento 5 Stelle possa fare la fine dei Radicali, dopo un grande successo negli anni 70 e 80 per questi ultimi c’è stato il lento declino.
 
Eppure bisogna dare atto ai Radicali che senza di loro tante battaglie referendarie forse non sarebbero neanche iniziate.
 
Ora quell’esperienza non va perduta, anzi deve essere di esempio proprio per un movimento, come quello ideato da Beppe Grillo che per alcuni tratti mi ricorda quello radicale.
 
Al tempo stesso bisogna far tesoro degli errori commessi dal movimento radicale il quale, a mio modesto parere, ha cercato troppo spesso di essere solo anti-sistema.
 
E le parole di fuoco lanciate da Beppe Grillo, contro le inchieste sulla Lega e contro la 'feccia' dei giornalisti mi rievocano gli strali di Pannella contro la partitocrazia e contro i giornalisti.
 
Grillo dice che i partiti sono finiti e presto crolleranno, ma intanto cosa si fa e se poi non accade?
 
In tutti i Paesi del mondo esistono i partiti, anche in quelli più virtuosi e più equi come quelli del Nord Europa o l’Australia ad esempio, quindi non capisco su quale base noi dovremmo farne a meno.
 
Inoltre occupandosi della cosa pubblica, anche il Movimento 5 Stelle,
fa politica, lo fa con un approccio diverso rispetto ai partiti tradizionali, ma sempre di politica si tratta.
 
L’antipolitica è uguale all’anarchia ma non mi pare che Grillo o Di Pietro auspicano tutto questo e neanche il cittadino medio, stufo di Berlusconi, Fini, Bossi, Casini, D’Alema o Veltroni vorrebbe vivere in una grossa comunità anarchica.
 
Quindi stabilito che anche Grillo fa politica, il passo successivo è capire come vuole metterla in pratica, l’approccio del Movimento 5 Stelle è per certi versi una specie di democrazia Ateniese, basata sulla delega e sul coinvolgimento diretto dei cittadini.
 
Ora questo schema va bene per le elezioni degli enti locali, dove infatti il movimento sta avendo un certo successo, ma a livello nazionale, dove bisogna prendere delle decisioni di politica economica generale o di politica internazionale occorre un certo coordinamento.
 
La specie di scomunica  ad alcuni appartenenti al movimento mi è suonata strana, non mi appassiono molto a Beppe Grillo ma penso che, come i radicali in passato, possa dare un contributo al progresso di questo Paese.

Al tempo stesso credo che un certo livello di organizzazione e coordinamento non vada demonizzato, altrimenti il rischio è di fare la fine dei radicali e buttare al vento tutto quello di buono che si è fatto fino ad oggi

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