Morte Yara, ultime notizie e una pista: un mese fa un omicidio nello stesso punto

par Grazia Gaspari
lunedì 28 febbraio 2011

Nell’attesa dei risultati dell’autopsia sul corpo di Yara Gambirasio emerge che sullo stesso prato dove è stato ritrovato il cadavere della giovane, poco più di un mese fa, è stato ucciso un dominicano di 26 anni. Gli inquirenti hanno sospeso le indagini forse perchè si trattava di un immigrato. La storia Ã¨ rimasta circoscritta alla cronaca locale, eppure il pestaggio era avvenuto a pochi chilometri di distanza dal luogo in cui Yara è sparita. Si potrebbe trattare dela stessa mano?

E’ stata colpita da sei coltellate: una alla gola, una al polso, quattro sulla schiena, una molto profonda. Yara si è difesa, lo dimostra la pugnalata al polso, ha cercato di fuggire, lo dimostrano le quattro pugnalate alla schiena. Ha capito che su di lei si stava schiantando una feroce violenza, ma ha preferito resistere anziché cedere.

 "Ad ogni ora e fino a questa sera, le campane del paese suoneranno a festa perché Yara è un angelo e quando c’è un nuovo angelo bisogna festeggiarlo” ha detto il parroco di Brembate di Sopra nell’omelia tenuta durante la messa domenicale.

Non sappiamo se Yara sia o meno un angelo, sicuramente è una piccola ragazzina che sognava di diventare una grande ginnasta, un sogno che ha abbandonato perché ha anteposto la propria dignità alla vita stessa. Un esempio luminoso nell’oscurità morale dei nostri giorni. 

Ma chi è questo assassino feroce che si prende una giovane vita con tanta bestiale naturalezza, che con lucida freddezza porta via il telefono nella cui memoria potrebbero esserci tracce e mette scheda e batteria nelle tasche del giaccone di Yara, lo stesso con cui è stata trovata nel campo di Chignolo d’Isola?

26 novembre 2010 – 26 febbraio 2011. Sono passati tre mesi esatti dalla sua scomparsa. Il corpo, o meglio i resti di quel piccolo corpo scarnificato dal tempo, era adagiato tra l’erba a 500 metri dal quartier generale della polizia e a 300 metri da una discoteca: “Sabbie Mobili Evolution”. O è stato abbandonato lì tra la notte di venerdi e sabato, o c’è sempre stato. Non dovrebbe essere troppo difficile per “gli esperti” stabilirlo a meno che non si voglia coprire l’incapacità di tutti coloro che hanno partecipato alle ricerche, protezione civile e cani molecolari compresi.

 Alcuni elementi tuttavia sconcertano:  Il prato, nonostante sia fuori mano è frequentato da joggisti, padroni di cani che portano a passeggiare gli animali, aereomodellisti come quello che giocando con il suo aereo ha scoperto il corpo di Yara.

Ma c’è un alro elemento ancora più sconcertante, in quello stesso prato incolto in cui è stata uccisa o abbandonato il corpo di Yara, poco più di un mese fa, il 10 gennaio, è stato trovato il corpo massacrato di botte di un ragazzo di 26 anni Eddy Manuel Barone Castillo, di origini domenicane, che abitava con la propria famiglia ad Almenno San Bartolomeo. E' stato  trovato, anche lui casualmente da un uomo di passaggio. La polizia aprì un’inchiesta, furono ascoltate diverse persone, ma si appurò solo (si fa per dire) che probabilmente era stato ucciso nel corso di una lite all’esterno della discoteca: “Sabbie Mobili Evolution”.

C’è qualcosa di oscuro e di terribile in questa storia della bassa bergamasca.. 

E’ possibile che i due delitti siano collegati? Eddy non era bergamasco, aveva la pelle scura, magari era anche un po’ rissoso, e non trovare il suo assassino non è sembrato gravissimo. Non hanno pensato che persone che trucidano a suon di botte un ragazzo sono pericolose, a prescindere, molto pericolose... per tutti.

Ed ecco che gli “orchi” in libertà hanno colpito ancora! Prima Yara, poi protetti da una sorta di immunità, il ragazzo domenicano. E' una violenza sorda, brutale che non si ferma davanti a nessuno quella che ha colpito Eddy e Yara. La gente del luogo ha paura, ne ha motivo.


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