Morire di Expo… ma lo spettacolo deve continuare

par Évariste Galois
lunedì 13 aprile 2015

Klodian Elezi, ragazzo di 21 anni, giovane operaio nei cantieri della Tangenziale est esterna di Milano, è morto nel primo pomeriggio di sabato dopo una caduta da dieci metri di altezza. Una parte dell’area è stata posta sotto sequestro dai Carabinieri locali: infatti, secondo quanto riporta la stampa locale, dalle prime ricostruzioni della vicenda da parte delle forze dell’ordine e dei tecnici Asl, nel cantiere vi sarebbero state irregolarità e il giovane non avrebbe avuto l’imbracatura di sicurezza.

Pare che i lavoratori procedessero in tutta fretta per poter inaugurare il nuovo tratto stradale prima dell’apertura di Expo 2015 (1° maggio), le cui vicende sembrano diventate una pressante priorità nazionale. Dietro l’Expo, di cui da tempo il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sta cercando di fare la vetrina internazionale dell’Italia, da tempo fioccano le polemiche, non solo per scandali di tangenti e infiltrazione mafiosa, ma anche per il basso livello di tutela dei diritti dei lavoratori, volentieri sacrificati sull’altare della “bella figura” del Paese, nella frenesia di finire i lavori in tempo e soddisfare gli avventori all’Expo.

Se il sindacato USB e i collettivi sociali milanesi denunciano l’uso generalizzato di lavoro precario e volontario, addirittura i lavoratori della Scala si vedono chiamati a lavorare in un giorno di festa dall’alto valore simbolico come il 1° maggio, con l’intervento sul tema di Renzi in persona e i sindacati confederali divisi tra loro: un inquietante avvicinamento ideologico a Paesi come la Turchia, gli Stati Uniti e varie realtà dell’est dell’Unione Europea, dove la Festa dei lavoratori non è riconosciuta dalle autorità e le manifestazioni spesso oggetto di dura repressione.

Proprio di repressione è l’aria che si respira a Milano in vista del 1° maggio, con allarmi lanciati dalle autorità sul rischio di violenze di piazza in occasione delle manifestazioni già indette dalle realtà antagoniste e dall’associazionismo militante per protestare proprio contro l’organizzazione e le modalità dell’evento-vetrina.

Immagine: www.noexpo.org


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