Morire a 17 anni per mano di un uomo. Il problema irrisolto della violenza sulle donne

par serena perfetto
sabato 20 ottobre 2012

Ci risiamo. Anzi, ci siamo: quota 100. Si tratta dell'ennesimo episodio di violenza contro le donne. Mentre in Parlamento si fatica a trovare un'aula degna di discutere l'emergenza

Lo scrivevamo qui circa due settimane fa. C’è in corso in Italia una strage silenziosa, con numeri da capogiro, che vede le donne protagoniste in negativo. Un omicidio ogni due giorni. Ma ancora una volta, di statistiche poco interessa ai più, tanto meno alla stampa, rea in questo caso di dedicare alle cifre un piccolo trafiletto. Per poi, invece, sbattere in prima pagina l’ennesimo episodio di cronaca nera, che lascerà tutti, ancora una volta, a bocca aperta.

Quella che raccontiamo oggi è la 100esima vittima. Lei, Carmela, non è ancora neanche una donna, ha solo 17 anni, come del resto il suo omicida non è del tutto un uomo, 22 anni appena. Probabilmente le avrebbe uccise entrambi, se ci fosse riuscito. Perché in fondo, il suo obbiettivo non era la giovane studentessa di ritorno da scuola, ma la sorella Lucia, ex fidanzata, anche lei giovanissima (appena 18 anni), colpevole di aver messo la parola fine alla loro storia.

Una coltellata è stata fatale a Carmela, più piccola ma senza dubbio più decisa a difendere Lucia dal suo aggressore. Ha fatto da scudo tra la sorella e l’assassino, che non ha esitato a sferrare coltellate anche contro l’intrusa. È morta così Carmela, tra le braccia di Lucia che, sanguinante dopo il colpo subito, è riuscita a chiamare la polizia e fare il nome del giovane, ora in stato di fermo (e reo confesso).

Sale l’indignazione, ma ha di solito la stessa durata di una “breaking news”, di una notizia dell’ultima ora. Ovvero, giusto il tempo di raccontare i macabri dettagli di un delitto che in questo caso ha ancora più il sapore di una sconfitta, nel vedere una ragazzina perdere la vita per mano di un uomo.

E mai come in questo momento i nostri legislatori dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza. Cosa hanno fatto quel famoso 20 settembre 2012, giorno in cui in aula si apriva una seduta con a ordine del giorno la violenza sulle donne? Rosi Mauro aveva un volo da prendere da Fiumicino, mentre il presidente di turno, Domenico Nania, era inspiegabilmente in ritardo. Un’aula parlamentare senza presidente e la seduta è sospesa. Una triste prima volta per il Senato della Repubblica, ma soprattutto un ritardo increscioso per il nostro paese, ancora una volta irresoluto nel darsi delle priorità e pronto a rompere il silenzio solo in presenza di una pagina nera di cronaca italiana.


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