Monti verso l’incarico dopo l’ok di Pd e Pdl, ma i mercati affondano

par Giacomo Lagona
martedì 15 novembre 2011

La conferenza stampa a sorpresa di ieri sera, ci ha mostrato un Mario Monti che prende molto sul serio il compito affidatogli dal Capo dello Stato per formare un nuovo governo. Si è detto disposto – suo malgrado – ad accettare che i partiti non prendano parte all’esecutivo, ha messo però i paletti sulla durata del suo mandato: non è affatto disponibile ad un governo a scadenza come chiedono Idv, Lega e Pdl. Lo spread oggi s’invola e le borse europee affondano.

Nel 2008 i partiti che sono stati eletti in Parlamento erano cinque, dopo tre anni e mezzo i gruppi parlamentari sono diventati ventuno. Un esempio per tutti: il Grande Sud ha riunito Forza del Sud, Noi Sud e Io Sud sotto lo stesso stendardo ma rimangono ancora tre gruppi parlamentari distinti e separati sia alla Camera che al Senato. Nessuno dei tre (o dei quattro) è stato eletto nel 2008. Questo la dice lunga sulle problematiche che ha incontrato il presidente incaricato nelle consultazioni partite ieri mattina. E già da ieri ha incontrato i primi rappresentanti, partendo – ovviamente – dai più piccoli, finendo oggi a pranzo con il Pd e il Pdl.

Monti è disponibile ad un esecutivo senza rappresentanze partitiche, pur sapendo che tale situazione rischia di indebolirlo nel momento in cui il paese – come lo stesso professore ha affermato – dovrà fare quei sacrifici che ci impongono la crisi, l’UE e i mercati. Con tutto ciò il presidente incaricato è disposto ad andare avanti a patto che, nel proseguo della legislatura, non si ponga un limite temporale al suo mandato perché non verrebbe capito dalle borse in quanto non è possibile sapere come e quando si approveranno le riforme volute dall’UE.

Ieri Monti ha ricevuto l’Idv e il Terzo Polo, ma non la Lega con la quale ha avuto solo una consultazione telefonica. Da Fli, Api e Udc ha avuto carta bianca ed un sostegno senza se e senza ma; dall’Idv invece sono arrivate le prime polemiche e i primi distingui: Di Pietro ha ribadito il suo appoggio esterno premurandosi di avvertire che la modifica della legge elettorale, come sancito dal referendum di questa estate, è preponderante per il cammino del prossimo governo.

Di seguito la conferenza stampa di Mario Monti avvenuta ieri sera appena finita la prima giornata di consultazioni. Come al solito laconico e pragmatico, si dice dispiaciuto che i partiti non vogliano partecipare all’esecutivo, ma li capisce e sconfessa la frase a lui attribuita di una manovra “lacrime e sangue” ma solo di aver detto che “ci vorranno sacrifici”.

Stamane il professore ha incontrato i rappresentanti dei due principali partiti italiani, il Partito Democratico e il Popolo della Libertà.

Alle 9,40, in leggero ritardo rispetto alla tabella di marcia, nel salottino di palazzo Giustiniani riservato al presidente incaricato, si sono presentati il segretario del Pd Pierluigi Bersani, il capogruppo alla Camera Dario Franceschini e la presidente dei senatori Anna Finocchiaro. Il colloquio, durato poco meno di un’ora, ha sancito l’appoggio senza condizioni dei Democrat sostenendo però la tesi secondo la quale i politici nel prossimo esecutivo non possono (non devono?) entrare per non indebolirlo. "Abbiamo indicato la riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, le riforme costituzionali e istituzionali" ha spiegato Bersani in conferenza stampa subito dopo l’incontro. "Questo è il grande campo in cui le forze politiche dovranno esercitarsi anche per affrontare la crisi. C’è stato uno scambio di idee sul tema programmatico. Quello di oggi è stato un incontro davvero incoraggiante".

 

Alle 11,00 il presidente Napolitano, incontrando la Nazionale di calcio e i “nuovi italiani”, ha rilasciato la seguente affermazione: "Nonostante siano giorni così complessi e impegnativi quelli che stiamo vivendo ho voluto confermare questo appuntamento pubblico al Quirinale con i nuovi italiani".

Manco il tempo che il Capo dello Stato finisse l’incontro al Quirinale, che arriva un comunicato del portavoce del Pdl Capezzone che spariglia i giochi:

"Se davvero Pd e Terzo polo hanno intenzione di candidare Mario Monti a premier alle prossime elezioni, l’esecutivo di emergenza rischia di non nascere. Quando manca meno di un’ora all’incontro con il Presidente incaricato Mario Monti della delegazione del Popolo della Libertà, che è seriamente impegnato a giungere ad una soluzione positiva della crisi, constatiamo che il vicepresidente di Fli Bocchino ha dichiarato al Corriere della Sera che esisterebbe l’intenzione di una candidatura elettorale Monti come guida di una coalizione Pd-Terzo Polo. Se queste sono le basi e le intenzioni politiche, diciamo con chiarezza che il tentativo Monti viene messo irresponsabilmente a rischio. La posizione del Popolo della Libertà è dunque netta: mentre il capo dello Stato cerca di condurre in porto una delicata intesa politica, mentre il Pdl e il centrodestra hanno agito e agiscono con massima responsabilità, c’è– di tutta evidenza – chi gioca allo sfascio".

Nell’arco di un’ora arrivano tre agenzie che – per un motivo o un altro – danno fuoco alle polveri. Poco dopo mezzogiorno un comunicato del vicepresidente dell’UE Olli Rehn avvisa che l’Italia dovrà affrontare «sfide urgenti» e che dovranno essere «affrontate urgentemente» dal nuovo governo che Mario Monti si appresta a formare: «ora la palla sta nel campo dell’Italia».
Arriva anche la risposta di Bocchino a Capezzone:

"Il Pdl anziché agitarsi dinanzi a una provocazione farebbe bene ad essere forza politica responsabile e a sostenere senza se e senza ma il governo Monti, ponendo fine ai troppi distinguo con cui cerca un viottolo che lo porti al voto. Per noi Monti deve governare l’emergenza fino al 2013 per poi lasciare spazio allecoalizioni politiche, che nel frattempo hanno il dovere di abbassare i toni dello scontro e di approvare una nuova e condivisa legge elettorale".

Ma è alle 12,40 che le agenzie si infiammano quando una “fonte parlamentare” dichiara che il Pd è disponibile all’ingresso di Gianni Letta e Giuliano Amato nel Governo Monti. Dichiarazione poi smentita dallo stesso Bersani mezz’ora dopo.

Nel frattempo Angelino Alfano, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri sono a colloquio con Monti per il gruppo del Pdl. All’uscita, verso le tredici, nella sua brevissima dichiarazione, ti trovi un Alfano che non t’aspetti: "Pensiamo che il tentativo del presidente Monti di formare un nuovo governo sia destinato a un buon esito".

Questa la mattinata del professor Monti alle consultazioni con i gruppi parlamentari prima di accettare l’incarico e formare il nuovo governo. Nel pomeriggio incontrerà le parti sociali, una nutrita rappresentanza delle donne parlamentari e gli under 35 del Forum giovani. Nel frattempo Monti è andato a pranzo con il presidente della Repubblica per quello che, molto probabilmente, sarà l’esito definitivo delle consultazioni: scioglierà la riserva o rifiuterà l’incarico?

In considerazione del fatto che con un cambio di governo i mercati avrebbero reagito positivamente, registriamo che stamane le borse hanno franato: in mattinata a Milano sprofondano Finmeccanica e Unicredit, rispettivamente a -14 e -6 per cento, più volte sospese dalle contrattazioni. La pressione della speculazione sui titoli di Stato investe anche altri paesi: la Francia, con uno spread ai massimi dalla creazione dell’euro a 183 punti, il Portogallo, che viaggia a 963, la Grecia a 2669, la Spagna a 452. Il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi è poco sotto i 530 punti base.


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