Monti peggio di Berlusconi? Il populismo della nostra classe politica

par Daniel di Schuler
martedì 3 aprile 2012

"Monti peggio di Berlusconi". Lo ha detto Niki Vendola nei giorni scorsi. Io so solo una cosa. Che da almeno trent’anni, per tutta la mia vita adulta, non abbiamo compiuto alcuna scelta. Che da allora il populismo è stata l’unica vera costante della nostra politica. Che siamo stati talmente folli da pensare che potesse reggere la prova del tempo uno stato in cui i cittadini non pagavano le tasse, andavano in pensione da ragazzini (sono ancora 600 e più mila i baby pensionati degli anni 70 e 80) e, se chiamati a farlo nella pubblica amministrazione, lavoravano con efficienza da terzo mondo.

Mi piace il governo Monti? Resto convinto che senza l’introduzione di una tassa patrimoniale non troveremo le risorse per ripartire, come che neppure questa misura, se non accompagnata da altre che migliorino l’efficienza del nostro sistema, servirebbe, però, a molto. Sono pure certo che nessuna politica esclusivamente di destra o di sinistra possa tirarci fuori dal pantano, ma che per farlo avremmo bisogno di interventi che potrebbero apparire a volte di destra e altre di sinistra.

Fatte queste premesse, è evidente che il governo Monti non sia il mio ideale e, anche se mi rendo perfettamente conto che ha le mani legate dalla maggioranza che siede in parlamento, non posso applaudirlo a scena aperta.

Resta però che lo considero ancora il miglior governo che il paese abbia avuto negli ultimi decenni; paragonabile solo al primo governo Prodi. Non posso fare a meno di apprezzare il fatto che, pur non avendo i numeri (né forse, in certi casi, la volontà) per compiere tutte le scelte che mi paiono necessarie, stia cercando perlomeno di smuovere le acque putrefatte della nostra società e della nostra economia. Soprattutto mi pare innegabile che sia composto da persone che, magari commettendo degli errori (no, non parlo dell’Art.18) stanno onestamente cercando di fare del proprio meglio per il bene del paese: una banalità altrove, qualcosa di unico o quasi nella nostra storia, neppure tanto recente.

Quel che mi indigna davvero, guardando alla nostra vita pubblica, quel che mi fa cadere le braccia e dubitare che riusciremo mai a diventare una vera democrazia, abitata da cittadini e non da plebi rancorose ed immemori, non sono le critiche all’operato di Monti e dei suoi ministri; è vedere il modo in cui queste critiche sono portate e, soprattutto, da chi.

Mentre il paese affonda sempre di più (sta arrivando l’inflazione, naturale conseguenza della liquidità pompata nel sistema economico dalle banche centrali, mentre l’economia si contrae per effetto delle misure di austerità. Siamo, dunque, alla classica stagflazione; il segnale che si avvicina la “quinta onda”, per chi ha familiarità con Elliot: l’ultima, lunga quanto la prima e altrettano severa, della crisi) tanti, quasi tutti, sono prontissimi a dire quel che non vorrebbero che si facesse, ma nessuno propone qualcosa che non siano le solite vuote dichiarazioni di principio e, soprattutto, che possa scontentare la propria parte; nel caso dei nostri orridi politicanti, in particolare, che possa infastidire le loro basi elettorali.

Non c’è neppure bisogno di spiegare che a destra dovrebbero solo tacere; che i visetti furbi con cui gli ex ministri del governo Berlusconi lasciano intendere, nelle loro comparsate televisive, di possedere chissà quali ricette miracolose, diverse da quelle di Monti, andrebbero accolti a pernacchie: hanno già avuto ampia occasione di dimostrare tutta la loro incapacità e meglio farebbero a restarsene nascosti.

Qualche parola la meritano i vari capi-popolo della sinistra; magari gli stessi che accusavano Prodi d’essere un affamatore di pensionati. Signori, in tutti questi anni, mentre i salari reali diminuivano, dove eravate? Dove eravate voi e dove erano i partiti da cui provenite, quando era creato il debito pubblico? Il vostro comportamento sull’articolo 18 dice esattamente che razza di bigotti siete. Lo definite un cardine della nostra civiltà eppure avete accettato fino a ieri, e vi andrebbe benissimo che restasse così, che non protegga l’80% dei lavoratori del settore privato. Vergognatevi della vostra disonestà intellettuale. E della vostra codardia. La codardia di chi sbertucciava, fino a pochi mesi fa, chi parlava di patrimoniale; la stessa che ora vi fa tirar fuori le unghie non appena si fa rilevare come anche tanti di quelli che voi definite “lavoratori” siano corresponsabili del disastro. Campioni della doppia morale, del tutto simili ai bigotti di destra, che non riuscite neppure ad ammettere che chi ruba uno stipendio o froda una pensione è tanto ladro quanto chi non paga le tasse. Se avete delle idee ditele, con chiarezza e fornendo delle cifre, altrimenti fate compagnia ai vostri colleghi delle destra e restatevene dietro la lavagna.

Monti peggio di Berlusconi, dice Vendola. Ha ragione, fino a che è rimasto in carica Berlusconi pensavo si potesse salvare molto della nostra politica; oggi, guardandola, mi pare di vedere solo il deserto.


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