Monti: il dialogo coi cittadini sul sito del Governo

par Dario Salvelli
lunedì 30 gennaio 2012


Negli anni passati abbiamo visto utilizzare i canali istituzionali dei ministeri per comunicazioni ridicole che spesso riguardavano fatti privati: dagli annunci dei libri di Brunetta alle smentite di Tremonti e Berlusconi chi più ne ha ne metta. Era la politica del precisare l’imprecisabile.

Sabato sul sito del Governo è apparsa la sezione Dialogo con il cittadino nel quale Monti pubblica una analisi (della quale dobbiamo fidarci perché non possiamo leggere la controprova) delle circa 2000 email che ha ricevuto direttamente dai cittadini italiani. Sono da leggere sia gli estratti dei messaggi che le richieste: secondo le statistiche solo l’8% di questi, ossia 160 cittadini, lo ha criticato. Il Governo invita a scrivere e annuncia che aggiornerà presto la sezione con quesiti e risposte:

Più della metà dei cittadini (56%) scrive al presidente Monti per esprimere un sentimento di “gratitudine e fiducia” nel suo operato e con l’intento di formulare proposte per contribuire a risolvere la crisi e far ripartire la crescita. Il 44% delle mail chiedono soprattutto un maggiore sforzo al governo per ridurre i “costi della politica e della pubblica amministrazione” e una maggiore attenzione verso i giovani, il lavoro, la famiglia. A tutti questi cittadini il presidente Monti sta rispondendo personalmente ringraziandoli per il sostegno dato al governo.

Sarebbe bello realizzare una sorta di Wikicrazia se tutti gli italiani, almeno quelli connessi, inviassero una email (oppure un tweet, perché no?) con ciò che pensano sull’operato di Monti ma soprattutto con domande, proposte, descrizione dei problemi che notano su stessi e sul Paese. Un gruppo ha già cominciato da qualche tempo con il progetto Wikitalia e chissà che il Governo non lo possa utilizzare, inglobare o realizzarne uno simile.

In un Paese però in cui pure la democrazia si regge a mala pena, mi sembrano ancora un po’ utupostiche dunque accontentiamoci di inviare una email a Monti (si si, non la leggerà Monti ma finirà in quelle statistiche) e tagghiamola come la nostra #montipen.


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