Monti all’aereoporto per la Urru. Non se ne poteva proprio fare a meno

Premessa: anch’io mi compiaccio della liberazione della volontaria sarda Urru dopo mesi nelle mani dei sequestratori africani. Detto questo, c’è da chiedersi se qualcuno non debba disciplinare la presenza dei nostri connazionali – volontari, ma anche semplici turisti – nelle aree a rischio del mondo. 

Gli italiani in quei luoghi, si sa, sono ormai degli assegni circolari che camminano alla mercè di predoni e tagliagole di ogni risma; si parla di 15 milioni di euro di soldi pubblici, si vede che hanno calcolato la differenza di cambio col dollaro, cifra che di questi tempi fa tremare i polsi e che oltretutto incoraggia altri farabutti a organizzare altre imprese. Senza contare il costo della cosidetta “struttura della Farnesina”, unità di crisi, aereo militare che è andato a prenderla (a proposito, ma non potevano metterla su un volo di linea?) ecc. Il volontariato in quelle zone è senza dubbio encomiabile; al di fuori di retorica, comunque è bene considerarlo per quello che è: una goccia nel mare della disperazione di popoli alle prese con problemi immani di sovrappopolazione, fame, carestie, genocidi e quant’altro. Se oggi in Italia uno vuole fare volontariato, non ha bisogno di fare molta strada, non mancano le opportunità qui da noi, ad esempio con l’assistenza agli anziani soli con 500 euro di pensione, l’assistenza domiciliare, la tutela del territorio, e tanto altro.

Il premier Monti, poi, che ha pensato di andare addirittura a riceverla all’aeroporto insieme ad un altro ministro, mi sembra veramente eccessivo. Gira come una trottola impazzita tra G8/G20, summit, conferenze, riunioni di banchieri: deve aver fatto un corso accellerato di pr perché da ingessato economista bocconiano si è trasformato in globetrotter attento a non perdere un’occasione di copertura mediatica nazionale e internazionale. Berlusconi in confronto era un dilettante.

Non è che con tutti questi disagi e sbalzi di fuso orario si perda un po’ di lucidità?