Monti... Innevati

par Chiara Trompetto
sabato 4 febbraio 2012

Il vento siberiano non è stata l’unica cosa per cui rabbrividire in questi giorni, alcune dichiarazioni hanno sferzato l’aria peggio del famigerato Buran

Tanto per cominciare, l’esordio del viceministro Michel Martone, con l’infelice uscita sui laureati sfigati maggiori di 28 anni. Ne hanno già parlato in tanti, anzi in troppi vista l’importanza del soggetto, e non mi dilungherò sulle sue parole, ma valeva la pena citarle a titolo di cronaca.

Pochi giorni dopo è arrivato il Presidente del Consiglio in carica, il Professor Mario Monti, e la sua è un attimo più pesante. Non tanto perché parta da un assunto falso, quanto piuttosto per il corollario che ne segue. Il posto fisso non esiste più, ed era chiaro da un pezzo: grazie comunque per avercelo ricordato.

Noi giovani (e sfigati, con o senza laurea) al posto fisso non ci pensiamo da parecchio, anche se qualche concorso ogni tanto lo proviamo. Non è mica una questione di volersi attaccare ad una sedia, come fanno sui colli romani, né ad una scrivania o tanto meno ad una linea di produzione.

Innanzitutto vorrei un posticino che per una volta duri più di sei mesi, facciamo un anno continuativo, dai… Che il fisso sarà anche noioso ma i contratti con proroga sono una gran rottura di palle (si può dire? No…? Ormai l’ho detto).

Vorrei che un’agenzia interinale non mi proponesse un altro call center solo perché ho già due esperienze in quel campo, perché onestamente il call center per me non è il lavoro della vita, ma il tappabuchi ideale da fare mentre studi, o quando di studiare ne hai un po’ meno voglia ma sai che poi la voglia ti torna.

E mi sento sfigata, e anche presa per i fondelli, se per lavorare in un call center mi chiedono la laurea, che ho ma che vorrei utilizzare per qualcosa di più serio.

E mi incazzo, e non poco, a vedere che la mia laurea mi qualifica per un lavoro che a conti fatti è mediamente meno pagato che un impiego in call center, anche se socialmente vale dieci volte tanto.

Non mi interessa affatto il posto fisso, ma vorrei sapere che quando mi scade il contratto posso uscire serenamente da una porta, fare due passi e bussare alla porta successiva, sapendo di aver buone probabilità di entrare, magari incrociando uno che vuole andare proprio nel luogo da cui sono uscita io. Così, per il gusto di non annoiarsi. Per sgranchirsi le gambe, e salutarsi per strada. 

E poi mi piacerebbe anche sapere che se un giorno qualcuno mi dovesse far firmare un foglio di dimissioni in bianco solo perché sono donna, o se mi dovessero lasciare a casa per un finto esubero di personale, ecco vorrei sapere che c’è qualcuno più in alto di me che mi tutela, che sembrerà magari noioso, ma sinceramente mi sembra anche tanto giusto. Più giusto che noioso, ecco. Mettiamola così: diciamo pure addio al lavoro noioso, ma dateci in cambio un lavoro più giusto, per cortesia. Provateci, almeno!
 


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