Miss sixty: il culo di Belen Rodriguez al posto degli operai

par Samanta Di Persio
giovedì 27 ottobre 2011

“Me lo tengo stretto questo catalogo, questa abito grigio, quest’altro a quadri bianchi e neri – me li indica mentre sfoglia con gli occhi lucidi le pagine -sono gli ultimi che ho cucito. Ho dato l’anima per questa azienda! Hanno portato via tutto dall’Italia”

Un’operaia Miss Sixty sfoga così la sua collera, delusione, esasperazione dopo un anno di patto di solidarietà e quattro mesi di cassa integrazione. Poi continua “Me lo ricordo ancora il discorso di fine anno di Hassan, uno dei soci, parole proiettate verso il futuro, rassicurazioni sulla ripresa e lavoro. a distanza di un anno non c’è nemmeno la certazza della cassa integrazione fino al 31 dicembre”

La realtà si discosta sempre dalla teoria: su 445 lavoratori, è prevista la cassa integrazione per 300 unità (comprese le categorie protette) e 130 sono in mobilità volontaria dopo che l’azienda comunica l’imminente chiusura per trasferirsi in Cina. Rimane anche qualcosa di volontario (sic!). Nell’est il costo complessivo di una t-shirt di Killah (uno dei marchi acquisiti dalla Sixty) è dì € 1,50/2,00, un capospalla 11 euro (qualità più scadente e prezzo al pubblico invariato).

Renato Rossi, un altro socio, dà la colpa alla crisi: “Il fatturato nel 2008 era di 452 milioni, nel 2009 di 359 e nel 2010 di 292 milioni” In questi anni l’azienda ha debuttato anche nel campo della bigiotteria, forse a molte teen-ager è sfuggito, non è stato un successone, a mio gusto la linea era orribile".

Oltre ai fiaschi ci sono una serie di punti interrogativi, mi sono recata nella sede della Miss Sixty a Chieti Scalo, nonostante la maggior parte degli operai siano a casa, il parcheggio è pieno, c’è un via vai di persone, molto giovani, chiedo e mi viene detto che ogni giorno si fanno colloqui di lavoro nei piani alti per la mansione di stagisti.

La voce di corridoio è che in Italia dovrebbe rimanere soltanto il commerciale ed il marketing, quest’ultimo dev’essere il cervellone delle ultime campagne pubblicitarie che hanno come testimonial il culo di Belen Rodriguez.

Per chi non fosse riuscito a somigliarle con la collezione estiva, può tentare la fortuna con quella invernale. In molti si sono chiesti a quanto ammonta il cachet della soubrette, nessuno parla, a differenza del costo di un operaio, definito troppo oneroso, ma che difficilmente sfora i mille euro al mese.

E se invece del solito Vip a fare da spot, avessero scelto lavoratrici/lavoratori con lo slogan: “Questo mio paio di jeans potrebbe essere il tuo”?


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