Minzolini, ma la cacciata di Fini non doveva fare “chiarezza”?

par Fabio Chiusi
mercoledì 8 settembre 2010


Gli ultimi due editoriali di Minzolini si contraddicono. Prendete questi due estratti:

29 luglio

“Il divorzio che si sta consumando oggi nel Pdl tra Berlusconi e Fini tra tanti rischi e conseguenze negative un elemento positivo lo determina: la chiarezza. Mai come ora c’è bisogno di chiarezza e non di infingimenti o tatticismi esasperati.”

7 settembre

“C’è una maggioranza politica che forse non è più tale. C’è una confusione di ruoli estremamente rischiosa a livello istituzionale. C’è un tatticismo esasperato che rende inutile ogni possibile chiarimento. [...] Al di là delle battaglie verbali c’è bisogno anzitutto di chiarezza. Il Paese deve sapere se il governo ha una maggioranza reale che è d’accordo sulle cose da fare o se invece c’è tra quelli che dicono di sostenere l’esecutivo chi con infingimenti ed esasperanti trattative spera di trasformarlo in un governicchio da logorare nel tempo. Se questo è l’obiettivo [...] tanto vale prendere atto subito che non si può andare avanti”.

Qualcosa non torna: la dura presa di posizione dell’Ufficio di Presidenza del PDL ha fatto chiarezza o ha costretto alle elezioni anticipate per porre fine alla ulteriore confusione che ha generato?

Attendiamo – neanche a dirlo – chiarimenti. Quanto alle contraddizioni di Minzolini, le ipotesi sono due: o non è affatto un abile analista politico – e allora viene da chiedersi a che servono i suoi editoriali – o è molto più abile e soprattutto furbo di quanto non sembri un direttore che davanti a milioni di persone parla di chiarezza se Caino schiaffeggia Abele e di “tatticismo esasperato” se, a distanza di mesi, Abele invece di essere morto e sepolto si regge ancora in piedi.

Io propendo per la seconda.

 

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