Minzolini: Che ho molto peccato in parole, opere e Omissioni
par WilNonleggerlo
venerdì 17 settembre 2010
Non nelle palesi menzogne, non nei dati di ascolto, non negli editoriali proni, la reale violenza informativa di questo Tg1 si consuma in impercettibili dimenticanze, nei pastoni politici, nei servizi secondari, in quella quotidianità catodica che non fa notizia, che scorre di sera in sera senza lasciare traccia, tra parole, opere, e troppe Omissioni.
Ci rimangono impressi quegli intollerabili abusi - da "Assolto David Mills" a "Papi, Tarantini e le Escort? Solo gossip", passando per le inchieste sul "pellicano che odiava la tv" - ci ribolle il sangue, tra tanta disinformazione. Ma paradossalmente la pericolosità di questo telegiornale si concretizza in ciò di cui nessuno parla.
Per esempio. Montezemolo se ne esce con una critica limpida all'operato di Berlusconi, parlando persino di "fallimento della seconda repubblica". "Montezemolo deluso dal Governo", titola il Corriere, "Montezemolo critica: Berlusconi ha deluso", scrivono al Giornale. Arrivano le 20, ti sintonizzi su Rai 1, e scopri che l'intervento del Presidente di Ferrari Spa è stato ridotto ad un semplice "Andare al voto non risolverebbe i problemi, Berlusconi, Bossi e Fini chiudano lo scontro istituzionale".
Oppure. Lunedì 13 settembre. Ricomincia la scuola. Il Paese è un vulcano pronto ad esplodere, gli insegnanti fanno lo sciopero della fame, agli istituti mancano gessetti e carta igenica, il più grande licenziamento di massa della storia è ai nastri di partenza, tra tagli indiscriminati e strutture padanizzate. Ed Augusto Minzolini, su cosa decide di aprire? Sui genitori incazzati che accompagnando i figli per il ritorno tra i banchi non riescono a trovare parcheggio. Lo so, sembra impossibile, ma la replica è lì a testimoniarlo.
E ancora. Mazzate della Marcegaglia - numero 1 di Confindustria! - all'operato del Cavaliere, diretto ed indiretto. "Marcegaglia: la maggioranza non c'è più, stiamo vivendo un momento di brutta politica", titola Libero, mentre l'Unità apre così: "Marcegaglia: la maggioranza non c'è più. L'Italia vive un momento di politica brutta che per mesi ha parlato solo di amanti, di cognati e di appartamenti. Non è questo che ci interessa". Arrivano le 20, Tg1. Giorgino ti guarda. Tu guardi Giorgino. Sai che la Marcegaglia è stata chiarissima. Impossibile tradire quel pensiero. "Per la presidente di Confindustria il governo deve andare avanti. La numero uno degli industriali ha ribadito l'invito a fare le riforme che servono al Paese e a concentrarsi sui temi veri come il lavoro, l'occupazione e la crescita". Ce l'ha fatta. Niente è impossibile, per Giorgino.
Il bello è che in questi casi, dobbiamo ritenerci fortunati. Ultimamente l'Omissione spudorata e totale va sempre più di moda in viale Mazzini, molto più sicura dell'alterazione spicciola, della dimenticanza parziale, che così a uno manco gli viene in mente di provare a scoprirne di più. Per esempio, 12 settembre. La notizia del giorno è clamorosa: in quella fogna a cielo aperto chiamata P3, insozzata da corruzione e trame oscure, un testimone ha deciso di confessare, saldando pericolosamente il nome del Presidente del Consiglio e del Senatore Dell'Utri a quello della presunta associazione segreta: "Silvio era Cesare, e Marcello il Vice-Cesare". Chicco Mentana sembra il direttore della Cnn, La7 spara un ampio servizio sulla vicenda. E il Tg1? Niente, zero, nada, nisba, ecco i video.
E arriviamo a ieri sera. Berlusconi è impegnato in una compravendita parlamentare spudorata, ossessiva, con i processi che si avvicinano ed i finiani che tentennano. Ma c'è una svolta. Un Parlamentare dell'Italia dei Valori ammette di essere stato avvicinato da 3 uomini del Pdl (e non solo), che gli avrebbero offerto di tutto per farlo passare dalla loro parte, pure l'estinzione di un mutuo da 150.000 euro. Okai, la tolleranza alla criminalità istituzionale che abbiamo sviluppato in questi 16 anni è tanta, ma questa, cari ragazzi, rimane una notizia shockante, che non può passare così, che va verificata, e di cui il più importante telegiornale del Paese deve raccontare, oh, eccome se lo deve fare. Si opta invece per l'omertà assoluta, nemmeno una parola a riguardo. Meglio soffermarsi sulle nuove beghe del Pd, dando a Veltroni tutto lo spazio del mondo, per poi concentrarsi sugli amuleti da Superenalotto e sulle preferenze culinarie di Julia Roberts.
Promettetemelo. Quando sentirete parlar male del Tg1 di Augusto Minzolini - che sia per un editoriale o per uno scandalo informativo - preoccupatevi tanto. Nei giorni di silenzio, preoccupatevi ancor di più.