Minoranza nel paese, maggioranza in Parlamento
par Voltaire
mercoledì 22 giugno 2011
Ieri mentre il Governo alla Camera dei deputati otteneva la fiducia sul decreto sviluppo, Berlusconi al Senato riferiva sulla composizione della maggioranza dopo l’entrata dei Responsabili.
A Montecitorio il governo ha ottenuto 317 voti contro i 293 dell’opposizione, mentre al Senato dopo il discorso del premier il pdl tributava una standing ovation al proprio leader.
Tutto è rimasto invariato, la debacle del centro destra alle amministrative, i 25 milioni di italiani che hanno votato al referendum, gli ultimatum di Bossi a Pontida non hanno generato per adesso un cambiamento agli assetti del governo.
Tutto è rimasto come prima Berlusconi promette per l’ennesima volta una marea di provvedimenti e riforme irrealizzabili. La maggioranza continua a tenersi sul consenso di alcuni deputati provenienti dalle file dell’opposizione, mentre continua il gioco della parti tra Lega e governo. Di gioco infatti si trattatava, la querelle riguardo il trasferimento di alcuni ministeri da Roma al nord di cui si è parlato incessantemente in questi giorni.
Bossi domenica all’incontro di Pontida aveva sostenuto che lo spostamento dei ministeri fosse una condicio sine qua non per tenere in vita il governo, lunedì notte un documento sottoscritto dai partiti della maggioranza provocato dalle minacce di rottura di Alemanno e Polverini sanciva che a muoversi non sarebbero state le sedi ministeriali ma uffici di rappresentanza “operativi”. Mentre martedì il governo non solo ha accettato l’ordine del giorno che dava seguito alle intenzioni della maggioranza ma ha anche dato il proprio parere favorevole a quelli dell’opposizione che dicevano l’opposto. Tutto questo per evitare il voto che avrebbe potuto far emergere i molti dissensi che si annidano nel Pdl nella Lega e in quelle frange dei partiti che vorrebbero portare avanti piu' marcatamente gli interessi delle regioni del Sud
Siamo alle politica degli ossimori e delle contraddizioni.
Dopo i disastrosi risultati elettorali, e le vistose divisioni all’interno della maggioranza, il governo continua a macinare consensi solamente al chiuso delle aule parlamentari mentre perde quotidianamente il favore del paese.
Ci troviamo di fronte ad un governo debole e delegittimato. Debole perché vive sotto il continuo ricatto della Lega di Bossi, e di un manipolo di deputati con cui ogni giorno deve mercanteggiare i propri provvedimenti, e delegittimato perché la sua autorevolezza è minata dalla serie di inchieste giudiziarie che investe non solamente il Presidente del Consiglio ma anche altri autorevoli componenti del suo Esecutivo.
In questo caos generale, nessuna forza politica o componente di partito si prende la responsabilità ormai doverosa di troncare questa esperienza governativa che assume sempre più le sembianze di un vero disastro per il decoro e la sopravvivenza del sistema paese.