Ministro e rinnegatore della Repubblica Italiana

par Paolo Praolini
giovedì 24 luglio 2008


Credo che nessun Italiano possa passare sopra all’oltraggio mosso la scorsa domenica 20 Luglio presso l’Hotel Sheraton dall’attuale ministro per ’le riforme’ Umberto Bossi verso l’inno di Mameli, uno dei simboli più rappresentativi della nostra sessantenne Repubblica.
Con il dito medio della mano destra messo bene in vista davanti ai fotografi Umberto Bossi ha lanciato una provocazione verso la più importante nostra istituzione come la nostra Repubblica Italiana che, da leader del Partito della Lega Nord, ha spesso rinnegato in più di un’occasione ufficiale.
Non è stato ne’ il primo atto esplicitamente verso ad abiurare la Repubblica Italiana, ne’ sarà certamente l’ultimo .
Tornando indietro solo di qualche anno un altro clamoroso evento portò alle cronache la rinnegazione del nostro tricolore.
Il 06 Marzo 2005 ad un incontro della Lega svoltosi a Lugano, parlando alla folla dalla casa di Carlo Cattaneo, Umberto Bossi (attuale ministro delle riforme per il federalismo), Roberto Maroni (attuale ministro dell’interno), Roberto Calderoli (attuale ministro per la semplificazione normativa), Giulio Tremonti (attuale ministro dell’Economia e Finanze), Roberto Castelli (ex ministro della Giustizia) improvvisando un coro montanaro dal disdicevole gusto padano intonarono queste parole: "Siamo padani..abbiamo un sogno nel cuore ... bruciare il tricolore ... bruciare il tricolore...".
Rinnegando questo simbolo che è riconosciuto ufficialmente come unico della ns Repubblica nell’articolo n.12 della nostra Costituzione, si rinnega di riflesso anche quest’ultima.
E’ perciò possibile dare credibilità ad un uomo politico che ride mentre manifesta il giuramento da ministro e serioso sbeffeggia i simboli della Repubblica Italiana?
Soltanto lo scorso 08 Maggio 2008 il senatore Bossi e gli altri 3 ministri della Repubblica Italiana hanno pronunciato queste parole :"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi dello Stato, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell’interesse dell’Amministrazione per il pubblico bene".


A dar seguito a quanto accaduto ritengo inopportuno e pericoloso affidare la conduzione del nostro paese a questi personaggi che non credono alle istituzioni su cui hanno giurato davanti al Presidente della Repubblica. 
Tali comportamenti esternano in primo luogo il basso spessore morale di questi personaggi che danno valore nullo al giuramento nei confronti del ns Presidente della Repubblica, Valore nullo alla Costituzione ed ai suoi simboli più rappresentativi.
Si tratta di 4 ministri tutti con assunzione di ruoli importanti per il paese.
Ritengo dal mio punto di vista che potremmo correre alcuni rischi a partire dalla credibilità internazionale già messa in discussione da alcuni dei principali organi di stampa stranieri.
Comunque vada a finire ci ritroveremo spesso di fronte a queste esternazioni da garzone d’osteria ed a rimpiangere uomini politici affidabili e di spessore morale.
Di controparte al goliardico Umberto Bossi, almeno toviamo il consumato rappresentante padano Giancarlo Galan, già presidente della regione Veneto, che ha riconosciuto la gaffe del proprio leader politico nell’esternazione verso l’inno di Mameli, cercando così di recuperare la scadente immagine trasmessa dal più rappresentativo politico del popolo padano.




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