Ministero della Salute: ogni anno in Italia 200.000 morti evitabili

par Paolo Borrello
lunedì 25 giugno 2012

Ogni anno 200.000 morti potrebbero essere evitabili in Italia, nel senso quel numero di morti si verificano per cause evitabili e cioè fumo, alcol, cattiva alimentazione, sedentarietà e scarsa prevenzione dell'ipertensione e del tumori. Questo dato è emerso in occasione della presentazione del 2° incontro nazionale del programma “Guadagnare salute”, promosso dal Ministero della Salute. E il fumo raggiunge da solo quota 85.000 morti l’anno, mentre l'inattività risulta essere la causa di 27.000 decessi.

Di questo argomento si occupa un articolo pubblicato su da Quotidiano Sanità.

L’incontro in questione è denominato “Le sfide della promozione della salute: dalla sorveglianza agli interventi sul territorio”.

In occasione della presentazione dell’incontro il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha spiegato “L’‘Health in All Polices’ esorta partner diversi a considerare come il loro lavoro influenzi la salute e come sforzi congiunti possano migliorare il benessere della popolazione, la salute aumenta il benessere e la produttività. Esiste, dunque, un’interdipendenza intrinseca tra sviluppo e sostenibilità dell’ambiente e del benessere della popolazione”.

Daniela Galeone, direttore del dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute ha rilevato che questo incontro “sarà un secondo importante momento d'incontro tra rappresentanti istituzionali, professionisti della sanità pubblica, esponenti di altre amministrazioni, di imprese e della società civile, coinvolti e interessati alla prevenzione e alla promozione di stili di vita sani. L’obiettivo è quello di implementare gli interventi di prevenzione e promozione della salute sul territorio”.

“Partendo da questi temi e dalle criticità rilevate – ha proseguito Galeone - gli interlocutori potranno confrontarsi sulla necessità di approcciare la salute come ‘valore in tutte le politiche’ e discutere l'importanza di programmare interventi integrati e condivisi per agire in maniera adeguata sui fattori ambientali e su quelli socio-economici delle malattie croniche, principali cause di mortalità e disabilità nel nostro Paese”.

L’incontro, ha aggiunto Stefania Salmaso dell'Istituto superiore di sanità, “sarà anche l'occasione per affrontare temi come la costruzione delle reti e dell'intersettorialità a livello regionale e locale, il ruolo delle istituzioni, la riduzione delle disuguaglianze, le multiprofessionalità per la promozione della salute e le relative competenze, i compiti di sorveglianza, la comunicazione, il monitoraggio e la valutazione dei progetti e degli interventi. Il programma ‘Guadagnare Salute’, infatti,non prevede la strutturazione dall'alto di programmi di prevenzione e promozione della salute ma, attraverso partnership e collaborazioni, vuole promuovere la rimodulazione delle politiche locali e migliorare l'impiego delle risorse esistenti nella direzione dei suoi obiettivi primari”.

200.000 morti ogni anni determinate da cause evitabili sono senza dubbio un numero molto elevato. Deve essere fatto di tutto quindi per ridurre il più possibile questo numero. Il mio auspicio è che dall’incontro citato emergano proposte di intervento davvero utili e che soprattutto esse siano attuate. Perché in Italia si discute spesso di prevenzione in campo sanitario ma di prevenzione se ne fa poca. E se ne fa poca soprattutto in un periodo come quello attuale contraddistinto dalla presenza di un deficit e di un debito pubblico molto alto, che ha comportato come conseguenza l’effettuazione di tagli indiscriminati nelle risorse destinate alla sanità pubblica. Ma, a mio avviso, occorre contrastare questa tendenza, da un lato rilevando che una politica economica contraddistinta da un eccessivo rigore fiscale non può che provocare conseguenze fortemente negative di diversa natura, anche relativamente alle condizioni di salute della popolazione, e poi che vi è comunque un’alternativa ai tagli indiscriminati, la cosiddetta “spending review”, di cui spesso si parla ma che fino ad ora ha prodotto scarsi risultati, un’azione di riqualificazione della spesa pubblica caratterizzata dall’eliminazione dei veri sprechi, che non sono pochi, che si verificano nelle pubbliche amministrazioni.


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