Milano, manifesti: "via le BR dalle Procure"

par Mazzetta
sabato 16 aprile 2011

Senza vergogna, senza limiti.

Che testa bisogna avere per concepire un manifesto così (molto poco anonimo) e attaccarlo accanto a quelli della Moratti a Milano? 


Ci vuole una bella testa anche per citare la notizia dell'ovvia reazione della procura milanese scrivendo: "S'infiamma la polemica per il testo di alcuni manifesti elettorali. Ma scatenarla non sono i partiti, che si contrappongono in vista delle prossime elezioni amministrative. Ad alzare la voce è un magistrato, il procuratore capo della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati." A scatenare la polemica sarebbe quindi la Procura milanese, non il manifesto. L'articoletto non riporta alcuna considerazione sul manifesto demente, che sarebbe la notizia per chiunque altro, che è di evidente matrice berlusconiana e perfettamente allineato con i toni e gli argomenti intonati da dal premier e dai suoi sostenitori. Inutile spiegare perché il manifesto sconfini nella demenza, ben oltre il territorio del becero comunemente frequentato da chi s'incarica della propaganda contro i giudici perché il padrone ha dei processi in sospeso. Inutile anche, come ha fatto Bruti Liberati, ricordare i magistrati morti per mano delle BR o cercare di definire la dimensione dell'oltraggio all'intelligenza e alla memoria. Non ne vale la pena e sarà portato ad esempio d'intemperanza, sono modalità che usano scientificamente e in maniera martellante, il loro effetto ce l'hanno. Anche se parrebbe impossibile ci sono molte persone che pensano -davvero- che le procure siano tane di rossi inclini alla persecuzione antidemocratica di Berlusconi e che non hanno nulla da ridire di fronte a manifesti del genere, nei quali trovano semmai conferme delle loro fantasie. Tempi barbari e poco civili.


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