Milano | "Tempo di Libri" scalda i motori
par Marinella Zetti
giovedì 23 febbraio 2017
La Fiera dell’Editoria Italiana, che si terrà a Fiera Milano Rho da 19 al 23 aprile sta già organizzando eventi, ad esempio incontri con Asli Erdogan, Pinar Selek e Jonathan Safran Foer.
Anche se aprirà i battenti dal 19 al 23 aprile a Fiera Milano Rho da 19 al 23 aprile, Tempo di Libri sta già organizzando eventi, ad esempio gli incontri a gennaio con Asli Erdogan e Pinar Selek, a febbraio con Jonathan Faran Foer.
«Nella mia vita ora c’è una grossa macchia nera e l’unico modo per affrontarla è la scrittura»,
Le parole della scrittrice turca sono risuonate con la stessa forza della sua scrittura nell’affollata Sala Piccola del Teatro Dal Verme di Milano in occasione del primo incontro, dedicato alla D di dissidente, della serie di anteprime di Tempo di Libri, che segneranno il percorso di avvicinamento alla nuova Fiera dell’Editoria Italiana. Asli Erdogan ha dialogato con il giornalista Lirio Abbate e con Lea Nocera, ricercatrice ed esperta di Turchia, moderati da Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio3. La serata di riflessione sui contesti e i regimi che negano la libertà di pensiero e di stampa è stata introdotta da Chiara Valerio, curatrice del programma generale di Tempo di Libri, e da Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.
Quando le parole vengono svuotate del proprio senso, la libertà inizia a morire: «Viviamo in un momento in cui bisogna chiedersi cosa significhino le parole reato, diritto, colpa, condanna, libertà, innocenza; tutte parole che in Turchia sono rimesse in discussione». Il sostegno internazionale è stato un fattore determinante nella temporanea restituzione della libertà alla scrittrice, che ha sottolineato: «In questo senso avverto un grosso ruolo di responsabilità nei confronti di tutti coloro che sono ancora ingiustamente detenuti e non hanno voce».
L’anteprima di Tempo di Libri ha ospitato anche la sociologa e scrittrice turca Pinar Selek.
L’incontro con Jonathan Safran Foer
La seconda anteprima di Tempo di Libri ha invitato a guardare nello specchio della vita – “ciò che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti”, come diceva John Lennon. Lo scorso 16 febbraio, a Milano al Piccolo Teatro Studio Melato si è svolto l’incontro con lo scrittore e saggista statunitense Jonathan Safran Foer. A dialogare con lui sul senso del limite e della finitezza che emerge dal suo ultimo romanzo, vi era Chiara Valerio, curatrice del programma generale della Fiera, accompagnata dalle letture dell’attore Fabrizio Gifuni.
Nell’alfabeto di Tempo di Libri questo appuntamento rimanda alla N di numero: in che misura, se è quantificabile, è possibile restare fedeli a se stessi pur affrontando i limiti che la vita impone, la finitezza tipica dell’umano? E come esprimere in valori assoluti gli effetti di quegli eventi improvvisi che, quando colpiscono, portano inevitabilmente a interrogarsi sul senso dell’esistenza, della trascendenza, delle scelte che si hanno o meno?
“Tutte le mattine felici si assomigliano, esattamente come tutte le mattine infelici”, ha scritto l’autore: tutto sta nel capire quale sia lo spazio della vita e quale quello della letteratura, e quanto Jonathan Safran Foer riesca a misurare l’uno con l’altro. Ad esempio, cosa misurano le parole, sulla pagina e nella vita di Jacob, il protagonista, che scrive sit-com per la televisione?
La storia, ambientata a Washington, è un intreccio di legami famigliari, tragedie storiche, identità e cultura ebraica. Al centro, una famiglia sull’orlo della crisi: Jacob e Julia, sua moglie, si stanno separando, hanno tre figli, una casa e due lavori, molte regole kosher da rispettare, relazioni e proporzioni. E la separazione, come in una divisione matematica, è un modo di ridurre a termini minimi, semplificare, un modo di lasciarsi senza drammi ma neppure consolazioni. Se lo stare al mondo consiste nello stabilire le distanze, Safran Foer ha scritto un romanzo di regole metriche dove la discussione da camera di una coppia che si lascia riempie il mondo intero. Senza discontinuità. Accomodatevi nel salotto dei Bloch.
Il Piccolo Teatro Studio Melato di Milano è stato preso d’assalto da un pubblico di fan e assidui lettori. Chiara Valerio ha esordito spiegando che «Come nei quadri di Leonardo le persone sono rappresentate in una certa posizione e a seconda di tale posizione agiscono,
Rispondendo alle domande di Chiara Valerio, Jonathan Safran Foer ha raccontato lo spirito del suo romanzo: «Tutto il libro, come credo la vita di molti di noi, è una sfida ad abbracciare un’identità rispetto alle altre che abbiamo e che in parte ci definiscono: per questo il libro si conclude con il protagonista che dice ‘Sono pronto’. Si riferisce alla decisione di passare dalla sua vita ideale, di fantasia, a quella reale e definitiva. Scegliere e agire è sempre difficile perché ogni azione ha un costo, si compie alle spese di altre o al prezzo di compromessi con la propria etica».
Infine Safran Foer si è soffermato sul suo rapporto con la scrittura e sulla sua identità di
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di Tempo di Libri.