Micromotivazioni quotidiane di chi sopravvive alla settimana

par Damiano Mazzotti
martedì 4 novembre 2008

Anche se ho voluto “sdrammatizzare” l’argomento mettendo un titolo ironico, nel libro del Prof. Thomas Crombie Schellig Micromotivazioni della vita quotidiana (Bompiani, 2008, titolo originale: Micromotives and Macrobehaviour) si trattano temi economici molto importanti, come la Teoria dei Giochi, che ha consentito a Shelling di vincere il Premio Nobel per l’Economia nel 2005, “per aver contribuito alla comprensione delle dinamiche del conflitto e della cooperazione attraverso l’analisi della Teoria dei Giochi”.

Cerco di semplificare i fondamenti di questa teoria: gli scambi economici come molti altri sistemi di comportamento dipendono dal fatto che le persone invadono in modo fisico o psicologico gli spazi altrui e si adattano le une alle altre. Le azioni che compiono hanno un’influenza sul modo di agire di chi le circonda. La realizzazione dei loro obiettivi dipende da quello degli altri. E in molti casi il comportamento individualista dei singoli non porta a vantaggi collettivi. Infatti le buone società e le nazioni più civili sono caratterizzate da un sano (e a volte fragile) equilibro tra cooperazione e competizione, come accade in molti paesi del Nord Europa che andrebbero presi d’esempio per le loro leggi e i validi sistemi di governo. 

In questa trattazione vengono poi esaminati in linguaggio preciso ma a volte un po’ troppo tecnico, anche moltissimi altri aspetti della vita quotidiana come il matrimonio o la gestione della armi nucleari. Infatti, a mio parere, la parte più pregevole del libro è proprio il capitolo che tratta il Tabù dell’utilizzo delle armi nucleari che è iniziato dopo Hiroshima e la fine della seconda guerra mondiale, e ci ha permesso “di utilizzare” queste armi solo come deterrenza, per esercitare un influsso sulle altre nazioni ed evitare la degenerazione in grandi conflitti (come poteva succedere durante la Guerra di Corea o la Crisi di Cuba).

Devo poi aggiungere che ho apprezzato molto la postfazione dell’autore dove sottolinea i limiti teorici dei modelli astratti delle varie teorie dei giochi e ci esorta a valutare le diverse soluzioni contingenti sui singoli casi: “la Teoria dei Giochi è un potente mezzo per analizzare le situazioni, non è però in gradi di fornire soluzioni in astratto. Di solito trovo che la soluzione di uno di questi problemi di scelta reciproca dipenda dai dettagli, e non solo dal modello astratto” . In pratica, nella vita quotidiana, l’accordo dipende perciò dalle diverse psicologie delle persone coinvolte e dal particolare ambiente che condividono o dai beni su cui si trovano a competere (come lo spazio per prendere il sole su una spiaggia estiva).

Quindi, data l’attuale crisi economico finanziaria mondiale che potrebbe ricalcare o superare quella del 1929, spero che i grandi Leader Mondiali si preparino ad affrontare nel migliore dei modi le ormai prossime carestie, i vari problemi energetici e l’estrema competizione economica tra le nazioni, poiché, a differenza del ’29 a cui seguì la seconda Guerra Mondiale, ora la terra è abitata da oltre 6 miliardi di persone e molte nazioni posseggono armamenti nucleari talmente potenti da essere in grado di distruggere interi continenti.

E il potenziale di distruzione bellico purtroppo non finisce qui: oltre alle 9 nazioni con armamento nucleare (www.iaea.org), bisogna poi considerare i 18-19 paesi con armamenti missilistici (www.carnegieendowment.org) e i circa 35-40 eserciti con armi di distruzione di massa (www.fas.org ).


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