Microchip, Nuovo Ordine Mondiale e tanti miti da sfatare

par Roberta Cipollaro
giovedì 7 marzo 2013

È bastato che un neo parlamentare, il più giovane del M5s eletto in Emila-Romagna, parlasse del caso Zeitgeist e di microchip impiantati nelle persone ed ecco riaprirsi un vecchio e lungo dibattito che oramai va avanti da anni. Ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto i timori del giovane grillino Paolo Bernini sono infondati, in realtà molte delle notizie riportate dal documentario del 2007 di Peter Joseph sembra non abbiano avuto uno riscontro e molte delle tesi espresse nel web film non profit, sono state confutate a più voci.

Ma veniamo al punto sollevato qualche sera fa a Ballarò dall’alquanto spaventato grillino. In rete circolano, oramai da anni, voci riguardanti tesi complottiste che vorrebbero l’introduzione, proprio a partire dal prossimo 23 marzo, di microchip da impiantare negli esseri umani con gli obiettivi più diversi: dal monitoraggio dei dati personali, al controllo del conto in banca, alla salvaguardia dello stato di salute dell’individuo. Tesi di questo tipo hanno iniziato a diffondersi dopo l'annuncio del presidente Obama, di una nuova riforma sanitaria, la H.R.3962, nella quale secondo l’interpretazione di alcuni sarebbe chiara l'intenzione del Presidenteamericano di controllare i cittadini statunitensi, attraverso l'utilizzo di un RFID, un chip simile a quello usato in veterinaria per il riconoscimento dei cani e dei gatti. Quale metodo migliore per controllare la popolazione che dotarla di microchip dietro motivazioni sanitarie? Ma in realtà la parola "CHIP" (in maiuscolo) utilizzata nel testo della riforma non è altro che l'acronimo di Children's Health Insurance Program, ossia una copertura assicurativa sanitaria per bambini e non c'entra nulla con i microchip.

Ovviamente il concetto di controllo della popolazione mediante un dispositivo elettronico ha più volte generato rivolte nell’opinione pubblica internazionale non ultimo nel 2004 quando la Food and Drug Administration, ente statunitense per il controllo di alimenti e farmaci, ha concesso il via libera per la vendita negli Stati Uniti di un tipo di chip RFID chiamato VeriChip, prodotto in Florida dalla Applied Digital Solution, permettendone l'impiego solo in campo medico anche se potenzialmente i Verichip potrebbero avere possibilità di utilizzo nel controllo di detenuti in libertà vigilata, pazienti psichiatrici, immigrati clandestini e cittadini senza fissa dimora.

I VeriChip hanno varcato i confini statunitensi e sono approdati anche in Messico, dove la società distributrice Solusat ha sperimentato gli RFID non solo in ambito medico ma ha sperimentato i chip anche nei bambini utilizzandoli come dispositivi anti-sequestro mentre in Italia, un possibile utilizzo dei microchip in ambito medico, è ancora al vaglio.

Controllo, invasione della privacy e salute sono argomenti delicati e spinosi: oggi il corpo può essere tecnologicamente modificato o migliorato, pensiamo ad esempio all’utilizzo di bypass per aiutare l’attività cardiaca, tuttavia l’introduzione sottocutanea di chip con le più diverse funzionalità andrebbe a ledere l’integrità dell’individuo stesso e su questo punto, nel 2004, nemmeno il Garante della privacy Stefano Rodotà ha avuto nessun dubbio: “Quando si inserisce un chip o si applica una etichetta intelligente, l’integrità del corpo è violata, la dignità lesa, sì che l’impianto dovrebbe essere ritenuto illegittimo anche se la persona interessata abbia dato il suo consenso”.

Essere sorvegliati, catalogati come se fossimo dei documenti è un futuro orwelliano che di certo spaventa ma che ad oggi è ancora troppo lontano da noi così come lo è un Nuovo Ordine Mondiale secondo il quale tutti dovremmo essere dotati di un codice a berre sottopelle. Se pur fosse vero che in diverse parti del mondo la sperimentazione di mappatura della popolazione mediante dei microchip sia oramai stato avanzato, il problema da porsi sarebbe di altra natura: dove finisce la tecnologia e dove inizia l’uomo? Siamo in grado di svincolarci dai benefici che da essa traiamo, inconsciamente, ogni giorno? Domande che aprono spazi di dibattito infiniti ma alle quali, per ora non possiamo dare una risposta esaustiva.


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