Michele Mario Giarrusso (M5S), una voce dal profondo

par paolo
mercoledì 7 gennaio 2015

L'uomo qualunque, diventato online senatore della Repubblica Italiana, nel corso di una intervista a "La Zanzara" su radio 24 si lascia andare a considerazioni alquanto pesanti sulla sorte che dovrebbe essere riservata al primo ministro Matteo Renzi. Lo spunto è il volo di Stato utilizzato dal premier per recarsi in vacanza con la famiglia.

Più che una invettiva è sembrata una giaculatoria, ovvero una preghiera che si lancia verso il Ciel, declinata ad alta voce e per di più in diretta radiofonica. Sentitelo

"Se non fosse una situazione tragica ci sarebbe da ridere. Renzi va in vacanza con un Falcon da 9mila euro all'ora e attacca gli impiegati pubblici. E poi cerca di salvare il suo complice Berlusconi. Sarebbe da impiccare veramente... avete presente la cosa che si fa su un albero attaccando la corda?".

Naturalmente, nei tempi di rinascita cattolica che stiamo vivendo, vuoi con la nuova Democrazia Cristiana (PD) di Renzi, vuoi con l'avvento di Papa Francesco, queste parole non potevano non suscitare una unanime indignazione. Soprattutto non perché pronunciate da un tizio qualsiasi durante una discussione al bar, ma perdinci, da un senatore della Repubblica, ovvero un rappresentante altissimo delle istituzioni.

E difatti subito il PD bolla l'uscita di Gianrusso come "la scemenza della giornata " e con un twitter Lorenzo Guerini (PD) la giudica "senza vergogna ". La pacioccosa Barbara Serracchiani, renziana fino al midollo, non perde ovviamente la ghiotta occasione e lancia una solenne reprimenda: "Mentre nel mondo milioni di persone lottano contro la pena di morte, un senatore grillino la auspica per il premier italiano. Agghiacciante".

E allora, a scanso di equivoci, dico subito che io sto con il senatore Giarrusso che, pur se grottescamente e indubbiamente debordando nel linguaggio, ha espresso quello che ha attraversato la mente di milioni di cittadini che cominciano a capire in cosa consiste realmente il "nuovo corso renziano", ovvero spregiudicatezza, doppiezza e ricatto.

La frase di Gianrusso contiene almeno due verità: l'utilizzo del volo di Stato per fini personali e il fatto che Renzi stia inciuciando con Berlusconi su questioni tutt'altro che chiare. Insomma lo stile è sicuramente criticabile, seppur nell'uso metaforico dei termini, tuttavia non andavano letti in senso letterale con l'enfasi attribuitagli, ma intesi come rafforzativo per esprimere tutta l'indignazione su quello che sta avvenendo e che è sotto gli occhi di tutti.

La spregiudicatezza di Matteo Renzi è stata inaugurata con quel "Enrico stai sereno", tradotto in solenne fregatura per l'amico Letta, che ha dato l'imprinting al suo governo. Mario Monti aveva inaugurato l'epoca del "loden" e del farsi benzina da solo alla pompa del distributore, Romano Prodi era andato in vacanza con la sua famigliare un po' datata ed Enrico Letta aveva utilizzato anch'esso un mezzo privato invece del volo di stato. Il "nuovismo" di Renzi è dunque un ritorno al passato molto in voga presso i vecchi notabili, alla Scajola tanto per intenderci, che considerano la politica non un servizio ma un privilegio. Lui si è giustificato dicendo: "E' per una questione di sicurezza prevista da norme ecc...", senza però dire che aveva diritto a rinunciarvi, proprio come hanno fatto i suoi predecessori (Silvio escluso che ha una flotta privata). A meno che, nella sua spavalda pavoneria, non ritenga degna di essere salvaguardata soltanto la sua di sicurezza.

La doppiezza di questo leader, che si era presentato come l'inflessibile rottamatore dei vecchi metodi e della vecchia politica, si dipana giorno dopo giorno con una evidenza che non può che indignare anche il più bendisposto alla tolleranza. Prendiamo l'ultima vicenda, alle cronache di queste ore, dell'art. 19 bis inserito postumo nel decreto fiscale, provvedimento che era stato ripresentato in data 24 dicembre e già questo è di per se alquanto sospetto. Art. 19 bis introdotto da non si sa chi e come, che fissando al 3% del reddito dichiarato o dell'imposta IVA dovuta la soglia di impunibilità penale per chi evade (o froda) il fisco, di fatto, guarda la combinazione, si traduceva in un salva Silvio con i fiocchi, con il luminare Franco Coppi già pronto a sgravare la legge Severino dalla incandidabilità del pregiudicato di Arcore.

Lui si sta giustificando con un "mi assumo la piena responsabilità " che non risponde alle domande di fondo e poi con un risibile" questo governo non fa leggi nè ad personam né contra personam ", che lascia il tempo che trova dal momento che la vera questione in gioco è proprio la sua autonomia politica nei confronti di un signore condannato per frode fiscale, con il quale ha stipulato un patto di mutua assistenza (Nazareno) tutt'altro che alla luce del sole e con il quale sta scrivendo le riforme istituzionali di questo paese. A meno di non ammettere che il suo governo è fatto di dilettanti allo sbaraglio, ministri Padoan e Orlando compresi, che non sanno letteralmente quello che scrivono. Una soglia di impunibilità posta su base percentuale privilegia essenzialmente i grandi evasori, ovvero coloro che hanno redditi elevati come appunto nel caso di Silvio Berlusconi, la cui frode sarebbe rientrata nel limite stabilto, dal momento che a ruolo di sentenza erano solo i 7 milioni di euro (a fronte di centinaia accertati) sfuggiti alla prescrizione dei termini.

Il ricatto sta nell'aver posticipato al 20 febbraio l'approvazione finale del decreto fiscale, ovvero dopo la riforma elettorale e la rielezione del Presidente della Repubblica, con questo lanciando un messaggio al suo partner di riforme Silvio Berlusconi, al diversamente berlusconiano Angelino Alfano e a tutte le anime candide democristiane all'interno del PD che vogliono dare una santa manina all'ex Cavaliere per favorirne un pieno ritorno, in barba alla legge Severino.

Uomo nuovo dunque questo Matteo Renzi, ma con i metodi peggiori della vecchia politica più indecente e squalificata che questo paese ha conosciuto per decenni e che ci ha portato ai punti di decadimento etico e morale, oltre che economico, in cui ci troviamo.

Se questo è quello che passa il convento allora dico "bravo" a Giarrusso che se non altro ha avuto il merito di esprimere chiaramente quella indignazione che troppi, in questo paese di ruffiani, non hanno il coraggio di esprimere.

Foto: Palazzo Chigi, Flickr.


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