Metà degli italiani riesce a pagare solo le spese indispensabili

par Paolo Borrello
lunedì 24 ottobre 2011

La crisi colpisce duro: il 49% degli italiani dichiara di riuscire a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi e addirittura un 5-10% non è in grado di garantirsi il minimo indispensabile. È quanto emerge dall'indagine “Gli italiani e l'alimentazione nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg e presentata al Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione in corso a Cernobbio.

Alla crisi economica si aggiunge una forte preoccupazione per il futuro con il 62% degli italiani, secondo la ricerca, che ritiene che la situazione economica dell'Italia sia destinata a peggiorare tanto e vero che il 54% giudica di aver dato al Paese più di quanto ha ricevuto. Emerge poi, che per effetto della crisi, il 57% degli italiani ha ridotto lo spreco di cibo. In Italia gli sprechi alimentari equivalgono a un valore annuale di 37 miliardi di euro in grado di garantire l'alimentazione per 44 milioni di persone. Tra coloro che hanno ridotto lo spreco, il 47% lo ha fatto facendo la spesa in modo più oculato, il 31% riducendo le dosi acquistate, il 24% utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18% guardando con più attenzione alla data di scadenza.

Il fatto che si sia ridotto lo spreco di cibo “è una tendenza positiva - afferma il presidente della Coldiretti, Sergio Marini - in un Paese come l'Italia dove, a causa degli sprechi dal campo alla tavola, viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate”. L'indagine evidenzia anche che, dopo anni, si inverte la tendenza e aumenta il tempo dedicato dalla maggioranza degli italiani (55%) a fare la spesa, nei confronti della quale ben il 72% presta una maggiore attenzione rispetto al passato. Il 25% degli italiani ha aumentato poi nel 2011 la frequenza dei discount mentre, all'opposto, ben il 38% ha ridotto la propria presenza nei negozi tradizionali, che rischiano un vero crack mentre tengono sostanzialmente i supermercati.

Un italiano su tre (29%) acquista, comunque, regolarmente prodotti a denominazione di origine, il 14% quelli biologici e il 15% direttamente dal produttore. Resta alta, nonostante la crisi, l'opposizione agli organismi geneticamente modificati che sono considerati meno salutari da ben il 60% degli italiani.


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