Merano WineFestival a Cirò Marina
par Maria Francesca Carnea
martedì 10 giugno 2025
Alla vigilia dell’evento Merano WineFestival, occorre ricordare che Cirò è stato rimosso, nel 2023, dall’Associazione “Città del vino”, dal Sindaco e Giunta dell’attuale amministrazione. Mi preme però non soprassedere su intervista riportata da Radio Azzurra, e postata sulla pagina del Comune di Cirò, intervista rilasciata a margine della Conferenza Stampa tenutasi alla cittadella sull’evento in questione, in cui l’Assessore G. Gallo esterna dati storici davvero estemporanei, e uso eufemismo: - Cirò Superiore non esiste.
Cirò è un Comune, UNO, e la sua definizione è Cirò, punto! Un politico che dice di occuparsi del territorio, e sua valorizzazione, e nemmeno si informa su come si chiama il luogo, né il Sindaco del luogo stesso ne raddrizza tiro, la dice lunga sul reale trasporto e cura.
- Esterna poi sul personaggio Luigi Lilio strafalcioni e dice: personaggio nativo di Cirò, inventore del calendario e asserisce che NEL CONCILIO DI TRENTO VENNE INSERITO IL CALENDARIO GREGORIANO. Assurdità piena!!!
Mi dispiace Ass. Gallo, cara Regione Calabria, Presidente Roberto Occhiuto, Sergio Ferrari, Presidente Provincia e Sindaco di Cirò Marina, Mario Sculco Sindaco del Comune di Cirò e ‘chi per lui’, consoci al marketing fake del territorio: un po' di sana storia, prudenza verbale, avrebbero aiutato a dare almeno parvenza di buona intenzione. L’assessore alla Cultura, Caterina Capponi, che tiene alla valorizzazione della cultura, è stata interpellata? La politica deve Servire, deve servire la verità nel Bene Comune. La legge del più forte di prepotenza non trova spazi in sane democrazie, civili, la Cultura istruita, è unica reale potenzialità che salverà la Calabria.
E dettaglio: il Concilio di Trento (1545-1563), fu convocato come risposta alla riforma protestante e produsse la controriforma, cioè l’insieme di misure di rinnovamento spirituale, teologico, liturgico. Si discusse dell’esigenza di un nuovo Calendario, ancor più perché la festività della Pasqua, si stava progressivamente spostando oltre primavera. Ecco che divenne pregnante pensare a una riforma del calendario. Il Giubileo indetto con la Bolla “Dominus ac Redemptoris” del 1575 fu una felice occasione per Papa Gregorio XIII, di attuare la riforma del calendario. Istituì una Commissione e fu considerata la proposta presentata da Antonio Lilio per conto del fratello Luigi Lilio. Il 24 febbraio del 1582 Gregorio XIII promulgò la riforma del calendario, attraverso la bolla Inter gravissima, lo stesso fu emendato il 4 ottobre del 1582. Il libro di Luigi Lilio è rimasto manoscritto ad oggi introvabile. Perdurano interrogativi che non determinano esaustiva conoscenza del misterioso personaggio Luigi Lilio, e del fratello Antonio: origine, vita e morte rimangono una quaestio disputanda cui la storia ancora deve dare risposta, e sussistono Quattro Questioni argomentate dalla sottoscritta che determinano la infondatezza dell’attribuzione locale, cui rimando: cf. Maria Francesca Carnea, Luigi Lilio, un italico matematico mistero, il Calendario Gregoriano e Cirò, antica Chone (KR), eBook n. 1, 2024, pp. 63-77, in Revue Internationale en Sciences Humaines et Sociales, Observatoire des Processus de Communication.
SOPRATTUTTO rimando al mio ultimo testo Santità e procedure di canonizzazione, poiché al suo interno, tra altro, sono esplicitate novità storiche importanti, legate a Papa Gregorio XIII e alla vita di Luigi Lilio.
Ecco che occorre CORREGGERE le storture storiche espresse in sede istituzionale dall’Ass. G. Gallo:
• Luigi Lilio non è inventore del calendario Gregoriano ma Riformatore, ad oggi rimane un mistero il suo luogo di nascita, vita, morte.
• La riforma del Calendario Gregoriano fu emendata, con la bolla Inter gravissima, il 4 ottobre del 1582. Ergo, non poteva essere inserito nel Concilio di Trento che, tanto più, si svolse precedentemente, ovvero dal 1545 al 1563.
Fare passare questi errori storici -gravissimi- non è fare buon marketing, tanto meno fare buona politica, la cui impostazione, la Presidente G. Meloni, come anche il Ministro A. Tajani nel governo continuano a perorare, dovrebbe essere quella di valorizzare verità, meriti e risorse territoriali, senza relativismi di sorta o invenzioni, queste si a mero uso partitico. Mettersi poi a coda di eventi, promossi di altre regioni, in questo caso Trentino - Alto Adige, con Merano, che hanno saputo strutturare il loro prodotto principe, non la trovo una grande trovata politica: una iniziativa di costrutto doveva impegnare alla costituzione di una CIRÒ WINE FESTIVAL, ecco che si sarebbe operato sano marketing territoriale, di valore per il nostro Vino e per Cirò. Certo ci vuole coraggio, impegno, capacità, ma è convenuto un sistema pacchetto già pronto, piuttosto che impostare sul territorio risorse umane di costrutto che pure ci sono. E, visto che ci siamo, incentivare risorse per sane ricerche storiche sarebbe cosa buona e giusta da fare in Calabria.
Non si fa onore quando si alimenta pressappochismo e relativismo culturale, soprattutto quando non si prende atto che NON È UN ENTE PUBBLICO, ancor più regionale, comunale, provinciale a sancire chi è nato dove, ma sono gli Studiosi, quanti sanno confutare e rintracciare approfondimenti storici, e accertarne dati a ottemperare. Di questo argomento ho dato conto con lettera e-mail allo stesso Presidente R. Occhiuto, ancora attendo risposta. Finché non conosci un dato storico va bene la buona fede, quando poi emergono dati storici nuovi occorre fermarsi, diversamente non possiamo più parlare di buona fede.
Il popolo di Calabria, di Cirò in particolare, scopra la bellezza del termine ‘indignazione’ da palesare verso quanti frenano alla bellezza dell’esistenza dignitosa e istruita: ponendo domande, manifestando capacità critica; si affronta la realtà, ci si oppone alla inculturazione sistemica che ingabbia nella mediocrità. Auspico una politica credibile che sappia valorizzare territorio, poiché la Calabria bella c'è!