Melania Rea stordita in casa?

par giovanni giannone
venerdì 12 agosto 2011

L'intercettazione telefonica di Salvatore Parolisi a colloquio con la sorella Francesca, il 25 Maggio 2011, di cui tanto si parla in questi giorni e che addirittura ha convinto i magistrati di Teramo a cercare nella vita "sotterranea" (neanche poi tanto) della caserma il possibile movente per l'uccisione di Melania, mi convince molto poco.

 

A me sembra anche questa una recita, come tutte le altre precedenti intercettazioni del caporalmaggiore che parlava da solo in macchina, che gli stessi inquirenti hanno definito "finzioni", di uno che sa di essere ascoltato. Questa è meno grossolana delle altre se vogliamo, più raffinata; qui Parolisi parla con mezze frasi, fingendo prudenza "perchè qualcuno potrebbe ascoltare", e fa quindi sembrare genuine le cose che dice. Ma mi sembra pur sempre una recita, di uno consapevole anche stavolta di essere intercettato. In realtà cosa dice di nuovo, e di rilevante? Parla di "cose" che usciranno fuori, di probabili punizioni per lui e per altri colleghi, cioè di ovvietà anche per gli inquirenti che in quel momento, avendo già interrogato tutti, avevano appreso delle magagne in caserma. E quando dice "mi dispiace che ci ha rimesso Melania" a mio avviso lo fa proprio per depistare, confondere le acque, allontanare da sè i sospetti, già in quel momento molto forti. Vuole adombrare l'ipotesi che Melania sia stata zittita per cose che non doveva rivelare, vuole "spostare il movente", trasferirlo dentro la caserma. La sorella probabilmente si presta inconsapevolmente, e non c'è il pericolo che possa dire nella chiacchierata cose compromettenti per lui, per la semplice ragione che non le conosce.

Del resto queste affermazioni intercettate del 25 maggio sono in perfetta sintonia e continuità con quello che Parolisi stesso da subito aveva detto agli inquirenti, evidentemente per indirizzarli in caserma, quando aveva parlato di strani riti, di ragazze legate al letto, di simpatie eccessive da parte di alcune allieve per lui. Però senza dire nulla di preciso, solo per aggiungere carne al "fuoco" dei possibili moventi. E suona "strano" che il Parolisi conosciuto fin qui, potesse proprio in quella telefonata indirizzare bene gli inquirenti! Deve fare riflettere anche il fatto che Parolisi indichi agli inquirenti già nei primi interrogatori ben 8 possibili piste e moventi, che appaiono da subito inconsistenti, ma tace "stranamente" proprio sulla pista più importante, quella appunto legata ai suoi rapporti con la soldatessa Ludovica Perrone. Se a lui premeva davvero scoprire l'assassino di sua moglie, avrebbe dovuto parlare anzitutto della propria amante.

Ribadisco che, nel valutare l'intercettazione in questione, è molto importante tenere presente la data (più di un mese dalla sparizione di Melania), in quanto a quel punto già tutti i sospetti convergono su Parolisi, tutti; anche se ufficialmente lui sarà indagato dopo. E questo Parolisi lo sa e sa anche perfettamente, quindi, che non c'è un anfratto in questo mondo, fuori dalla caserma, dove non venga ascoltato ciò che lui dice. Perciò si deve credere che ancora una volta lui cerchi di sfruttare a proprio vantaggio una conversazione certamente intercettata. E' del tutto illogico pensare che una persona, vedendo fortemente crescere i sospetti intorno a sè, possa, in controtendenza, allentare l'attenzione, e "tradirsi" al telefono parlando con la sorella, qualunque fosse il telefono da cui parlava.

Perciò alla luce della logica, e delle evidenze, (in questo caso la trascrizione integrale della telefonata), io dico che la frase "incriminata": "mi dispiace che ci ha rimesso Melania" è un depistaggio. Anche riuscito a quanto sembra. A meno che gli inquirenti non abbiano in mano altri elementi che non sono stati ancora resi noti. Ma si può anche ipotizzare che fingano di "abboccare" sperando in un conseguente passo falso di Parolisi o della sua difesa.

Ma cosa accadde esattamente nel pomeriggio del 18 Aprile? Sarebbe da prendere in considerazione una ipotesi mai formulata che spiegherebbe molte cose ancora incomprensibili: Melania potrebbe essere stata stordita in casa, con la famosa torsione del collo, a seguito di un litigio, e poi, magari ritenuta morta e "trasportata" a Ripe. I vicini del resto hanno riferito di aver visto uscire l'auto con Parolisi alla guida ma non di aver visto Melania. Questa ipotesi spiegherebbe anzitutto il cambio di meta (Ripe di Civitella anzichè Colle S.Marco già programmata) e soprattutto spiegherebbe l'altro grande mistero: perchè Melania fosse uscita di casa senza borsa, nè soldi, nè ricambio per la bambina

E spiegherebbe gli indumenti abbassati (fatto apparso molto strano a chi conosceva bene Melania): non per fare pipì, non per fare l'amore, bensì abbassati in modo "ordinato" dall'assassino per far credere che Melania stesse per fare pipì e fosse stata aggredita. Non a caso Parolisi dice che Melania si è allontanata per andare in bagno. Lui vuole creare una continuità fra la sua versione e lo scenario che si vedrà al ritrovamento. Stranissimo, se fosse solo una coincidenza! Piuttosto sembra la prova che Parolisi quello scenario lo conosceva già! 

Cioè tutto lo scenario della morte di Melania potrebbe essere una costruzione, e le coltellate potrebbero essere state inferte in una condizione di incoscienza di Melania, per simulare un raptus in un tentativo di violenza. Questo ci darebbe il sollievo di sapere che Melania non ha sofferto. E spiegherebbe anche il trucco intatto, l'assenza di pianto, il viso illeso, l'assenza di tracce di difesa o di lotta. E spiegherebbe come mai Parolisi avesse spento il telefonino più o meno all'ora in cui è uscito di casa. E il fatto che gli occhi di Melania fossero aperti? Non ci vedo incompatibilità. E il polline nelle scarpe? Potrebbe essere da trascinamento e non da calpestìo. E il sangue sgocciolato all'interno dei pantaloni? Melania potrebbe essere stata accoltellata prima di venire adagiata a terra. E si spiegherebbe anche la cosa che più ha impressionato di questo delitto, l'efferatezza delle decine di coltellate: semplicemente col fatto che l'assassino riteneva Melania morta, o comunque in stato di incoscienza. Anche la permanenza di tracce biologiche di Parolisi nella bocca di Melania avrebbe una spiegazione: lasciate magari nella fase del litigio, con la mano, non si sarebbero cancellate per l'inattività di labbra e lingua essendo Melania svenuta. E l'anello in terra? Questo elemento contrasterebbe con la mia ipotesi; ma c'è la possibilità che l'anello sia stato sfilato dopo, magari da chi ha inflitto le ferite post-mortem. 

Salvo l'esistenza di elementi di assoluta incompatibilità, che la farebbero escludere a priori, ritengo quindi che l'ipotesi di un delitto cominciato in casa vada assolutamente approfondita. 

Infine una domanda agli inquirenti, che comunque da quel che si vede hanno lavorato molto bene: Parolisi quel pomeriggio si presentò in pantaloncini, per cui si è ipotizzato che dopo il delitto si fosse cambiato, e poi avesse fatto sparire o lavato gli indumenti sporchi di sangue. Come mai la lavatrice di casa sua è stata cercata solo dopo più di 3 mesi, quando era già stata portata via? Non era una delle prime cose da attenzionare?


Leggi l'articolo completo e i commenti