Meglio un Mario Monti che mille grillini

par Voltaire
giovedì 10 maggio 2012

La ventata di antipolitica che ha provocato una bassa affluenza alle ultime elezioni amministrative, e la conseguente scalata di Grillo impensierisce molti, catalizza le attenzioni dei media ed atterrisce i partiti tradizionali che vedono dissolversi gli equilibri dominanti fino a pochi mesi fa.

Grillo ed il suo Movimento 5 stelle sono saliti sul carro dei vincitori portando un approccio nuovo e più diretto alla democrazia. L’avanzata di questa forza extra-parlamentare, immune ai giochi di palazzo, sta scardinando non solo le dinamiche obsolete che regalano i rapporti tra i vari partiti, ma anche le relazioni che intercorrono tra i cittadini - la cosiddetta “partitocrazia” e le Istituzioni rappresentative, che in definitiva sono gli strumenti attraverso i quali la volontà popolare dovrebbe essere esercitata.

Attualmente, polarizzando la situazione, ci troviamo da un lato un governo dei tecnici che amministra il potere sostenuto da quasi tutti i partiti presenti in Parlamento, dall’Europa e dai più importanti istituti finanziari nazionali ed internazionali, e dall’altro una forza enorme chiamata “anti politica” che fa del rifiuto, della protesta e della voglia di un rinnovamento radicale il proprio obiettivo. In mezzo a queste due entità si trovano i movimenti politici tradizionali, frastornati ed indeboliti dagli ultimi scandali, dai magri riscontri elettorali e da una deligittimazione galoppante che investe i simboli, i leader e le classi dirigenti. A cosa porterà questa situazione? Ancora non è chiaro, certo però è che alcuni dati sono sicuri.

Il berlusconismo, come lo abbiamo conosciuto, è (per fortuna) morto e sepolto. I dati da prefisso telefonico del PDL in molte realtà locali indicano che la profezia di Indro Montanelli si è realizzata: dopo 20 anni di (mal) governo del Cavaliere, gli italiani sono ormai vaccinati contro la pseudo-destra degli interessi “particolari” che ha dominato l’Italia negli ultimi 20 anni. Il Pd anche a seguito della vittoria di Hollande in Francia rappresenta il perno su cui si potranno innestare dal 2013 nuove politiche ed alleanze, che potrebbero portare le forze di sinistra a vincere le elezioni politiche e determinare l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

Allo stato attuale - fatta eccezione per le cause collaterali che provocano - tra le urla, i vaffa, i post e le invettive scomposte di Grillo ed i provvedimenti forse non pienamente equi ed equilibrati del governo Monti, è meglio scegliere i secondi. Tra un riformismo serio seppur sofferto e difficile, di cui è portatore il governo dei professori ed un populismo all’ennesima potenza come quello di Grillo non si può che stare con il pragmatismo dei tecnici. Se in futuro dovesse vincere a livello nazionale il partito guidato dal comico genovese, sarebbe l’ennesima occasione per farci ridere dietro dall’Europa e dal resto del mondo. Ma forse gli italiani se ne accorgerebbero dopo un altro ventennio.


Leggi l'articolo completo e i commenti