McCain e Veltroni si assomigliano

par Antonio Vergara
giovedì 6 novembre 2008

Diversi per schieramento politico, diversi per nazionalità, anagrafe e storia, eppure accomunati dallo stesso triste epilogo. Come accaduto pochi mesi fa per Veltroni, anche McCain è stato travolto dal suo avversario, spodestato nei luoghi a lui più favorevoli. Obama è riuscito a mettere d’accordo quelli di colore ma anche gli ispanici, che avevano quasi sempre preferito i candidati repubblicani, e ancora i sindacati, gli intellettuali, i vip e il ceto medio, persino i ricchi che hanno preferito votare per lui ben sapendo che gli sarà chiesto di pagare più tasse. Ma al di là delle indiscutibili virtù di Barack Obama, e forse dell’inconsistenza politica del suo avversario, McCain - come Veltroni - è stato chiamato a un’impresa impossibile. Lo scontento degli elettori per un governo finisce inevitabilmente per riversarsi sul nuovo candidato di quello stesso schieramento: è nel 71% di americani delusi dal governo repubblicano di Bush che la vittoria storica di Obama affonda le sue fondamenta. In queste condizioni nessuno sarebbe uscito vincitore dal confronto col nuovo, con l’irrefrenabile voglia del cambio alla guida del paese. Obama e Berlusconi da questo punto di vista sono partiti praticamente già vittoriosi, mentre Veltroni e McCain condannati all’ineluttabile destino della sconfitta.


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