Matteo, per pietà, dacci un taglio

par paolo
martedì 23 settembre 2014

Il tempo in cui viviamo ha definitivamente consacrato la vittoria schiacciante della comunicazione digitale sul linguaggio parlato. Questo fatto reintroduce una distorsione sugli effetti della comunicazione che pensavamo ormai superati da tempo.

Ormai ci si relaziona sempre di più con i tweet, gli sms, le e-mail, gli hastag... tutte forme non verbali che hanno conseguenze dirette sulla derfinizione stessa del contenuto che si vuole comunicare; perchè se a voce ti dico: "Sei proprio un gran furbone", è la maniera con cui pronuncio la frase, ovvero il tono della voce, persino l'ammiccamento, che definisce se essa ha un significato di stima oppure dispregiativo. Questa forma metacomunicativa di linguaggio inaridisce il dialogo perché è del tutto priva di quel contesto che lo arrichisce, come il tono, la gestualità, le espressioni del volto o il ritmo e la cadenza delle parole così come vengono pronunciate. Insomma manca quel colore che soltanto la comunicazione verbale diretta può offrire.

Quindi, in tempi di sterilizzazione digitale della comunicazione, chi si propone con il linguaggio verbale diretto parte indubbiamente avvantaggiato. Per dirla più semplicemente, chi sa "parlare", per il solo fatto di rivolgersi ad una platea sempre più vasta di"sprovveduti della parola", ovvero gente sempre meno avvezza al linguaggio parlato, riesce ad avere un impatto più efficace su chi ascolta. In gergo si dice "acchiappare" o "bucare lo schermo" se, come nel secondo caso, avviene sul mezzo televisivo. Da questo punto di vista paradossalmente è come se si ritornasse al passato, quando il tribuno poteva contare su una vasta platea di assoluti ignoranti o di gente facilmente impressionabili dalla sua arte oratoria, dove i contenuti contavano poco o nulla ma era la "fascinazione" del linguaggio ad avere il sopravvento. Rivedere oggi le folle oceaniche impazzire ed esaltarsi per i semi demenziali discorsi di Benito Mussolini è un esempio calzante di quello che intendo dire.

Ma anche il linguaggio parlato ha il suo tallone d'achille, che prescinde dai contenuti e che si chiama logorrea, ovvero quel surplus di parole, sparate a mitraglia, che ottiene un effetto distorsivo. Un esempio che mi capita a fagiolo è quello di quel "benedetto" telecronista di SKY (non mi importa sapere chi è) che di fatto mi sta impedendo di seguire come vorrei la F1, sopraffatto come sono dalla sua logorrea stordente. Per evitare di entrare in uno stato di sofferente agitazione che metterebbe a forte rischio l'integrità del mio mega schermo lcd, devo togliere l'audio, perdendo così il patos del rombo dei motori, oppure migrare su un altro canale, quando è possibile. Ho persino pensato di annullare l'abbonamento a SKY, ma se l'alternativa è Mediaset ho problemi di natura psicologica a farlo.

L'altro caso è, indovina indovinello, il nostro (o vostro) beneamato Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che mi ha talmente strapazzato gli attributi da impedirmi di apprezzare perfino il Renzi crozzesco del "signori miei" o il Renzi-riformino che spara baci di passione sulla bocca del grande comico genovese (non mi riferisco ovviamente a Grillo). Non se ne può veramente più, questo impazza sui teleschermi ad ogni ora per raccontarci un mondo che non esiste, di pura fantasia, solo strumentale per tenere il popolo beota aggrappato alla speranza che il 10 o 20% di quello che "dice" (potenza del parlato) poi lo fa realmente.

Il riformometro dei mille giorni non si sblocca dalla pura annunciazione, ripetuta in maniera martellante, sperando che a forza di ripetere le stesse cose poi le si percepisca come realmente avvenute. Persino il mite Pierluigi Bersani comincia a dare segni di insofferenza. Si è risentito per quel "conservatore che vuole lo scontro ideologico" che gli ha rifilato Renzino dopo la presentazione del suo jobs act. Non ci sta ad essere etichettato da Renzi come un bieco conservatore e risponde per le rime: "Conservatore poprio no, con la mia storia non posso essere accusato di esserlo. Vecchia guardia posso accettarlo, ma più vecchia guardia di Berlusconi e Verdini chi c'è. Vedo che Renzi li tratta con educazione e rispetto, spero che prima o poi capiti anche a me".

Insomma nel PD di sinistra cuperliano e civatiano, oltre che bersaniano, l'insofferenza verso l'"infiltrato democristiano" comincia a raggiungere i livelli di guardia che, tradizionalmente, non sono molto elevati. Si parla addirittura di scissione. Idem nei rapporti con i sindacati (CGIL e FIOM in testa) che stanno preparando la maxi protesta sull'art. 18, un totem anacronistico e di puro spessore ideologico sul quale però l'Europa misura la nostra coerenza tra le promesse e i fatti.

Ma Renzi non si cura di nulla, tira dritto per la sua strada come un tank, sempre più in sintonia con Forza Italia al punto che si ipotizza un superpartito aggregato che coopterebbe definitivamente un Parlamento dove il M5S è impalpabile e la Lega e le altre formazioni minori sono arroccate su posizioni di puro folclore politico.

Tutto quindi rimane in piedi e si trascina, malgrado le notizie disarmanti sul crollo del PIL e conseguente aumento del debito pubblico, l'aumento della disoccupazione (oltre il 13% secondo Istat, ma smisuratamente maggiore quella percepita realmente), l'aumento delle tasse locali per compensare i tagli di bilancio agli enti locali, le riforme sparite dall'agenda del Parlamento come il falso in bilancio e la riforma delle frequenze televisive che creano tanto disturbo all'amico Silvio.

Tutto rimane in piedi perchè Renzi parla a getto continuo, ci sommerge di parole, ci asfissia di suoni che fuoriescono dalla sua bocca come i lapilli di un vulcano in eruzione, ci ammalia con il suo racconto immaginifico di un mondo nuovo che sta per arrivare; basta solo aspettare i fatidici 1.000 dannatissimi giorni e poi tutto si risolverà per il meglio. Ma tutto cosa? E poi perchè se intanto non si combina una beata mazza?

Ma è soprattutto la sua logorrea che comincia ad infastidirmi come quella del già citato telecronista di SKY che puntualmente mi rovina lo spettacolo della F1, soltanto che non posso cambiare canale con il telecomando perchè ovunque vado me li ritrovo, con quel "signori miei" crozzesco che mi rimbomba nella testa ogni volta che lo vedo.

Dannato Crozza.

 

Foto: Palazzo Chigi, Flickr

 


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