Matteo, adesso anche dall’aereo?

par paolo
lunedì 29 settembre 2014

Continua l'inesorabile persecuzione logorroica del nostro premier che non ci risparmia neppure mentre è sul volo di rientro dagli USA. Ormai è evidente che la sua strategia politica consiste nel sepellirci sotto un fiume di parole, per soffocare la nostra capacità di riflettere e di giudicarlo dai fatti.

Il nostro premier, Matteo Renzi, non concede tregua; feroce ed incisivo come un martello pneumatico che sgretola l'asfalto, mulina l'ingua e ganasce come una girandola a favore di vento, in preda al suo irrefrenabile e compulsivo desiderio di annichilire ogni nostra residua umana resistenza. Vuole prenderci per stanchezza, ormai ridotti allo stato di larve intellettuali non più in grado di reagire, di distinguere la "fiction" dalla realtà.

Sentite quello che ci ha rivelato il 26 settembre, inquadrato in un angolo dell'aereo e seduto su una poltrona di pelle marrone, con le braccia appoggiate su un tavolo e scamiciato come da consolidata prassi rottamatoria e modernista :

"Quello che si è appena concluso negli Stati Uniti è stato un viaggio molto interessante e anche impegnativo, un viaggio che è partito dal futuro, dal futuro della California, dal futuro della Silicon Valley, di Stanford, della Singularity University, degli startupper italiani, dei giovani scienziati, di Twitter, di Yahoo, di Google, dove abbiamo incontrato gli amministratori delegati..".

Mi fermo un attimo su queste parole per una riflessione, magari un po' maligna e forse anche fuori luogo, ma l'impressione, almeno la mia impressione, è quella di un surrettizio tentativo in premessa di riempire la "mission politica" di contenuti "schioccanti", tanto per impressionare, per dare un senso di qualità superiore alla sua permanenza oltreoceano, mentre a casa, come purtroppo ben sappiamo, tutto procede per il peggio, sempre peggio.

Ovviamente sopra ci ricama un "Torniamo convinti che la pagina migliore l'Italia la debba ancora scrivere, e tutti insieme la scriveremo", che è comprensibilmente un messaggio di ottimismo, ma che potrebbe rivelarsi come il solito "renzino racchiuso in un morbido cuor di s'cioccolato", che più che incoraggiare comincia francamente a stufare.

La ricetta è chiara: l'Italia non deve più pensare alla grandezza del suo passato (vorrei sapere quanti ci pensano), ma deve essere proiettata verso l'innovazione ed il futuro. Quindi in sostanza la questione di fondo è tutta racchiusa in un cambio di mentalità; magari non sarà proprio quello che in questo momento stanno pensando i disoccupati, i cassaintegrati o le decine di migliaia di esodati, oppure i bresciani tappati in casa e assediati dalla malavita fuori da ogni controllo che ci ha sciorinato il Santoro di giovedi' sera ecc, ma lo sguardo deve essere di lungo respiro, ed ecco all'uopo che parte la dotta citazione :

“Nell'incontro con Obama, Bill Clinton, Hillary Clinton e con il segretario generale dell'Onu, abbiamo soprattutto (richiamo l'attenzione sul verbo) ricordato una frase di un grande personaggio delle Nazioni Unite, Dag Hammarskjod; che diceva: "Al passato: grazie. Al futuro: si". E' quel "abbiamo” che mi suona falso come un soldo bucato, qualcosa mi dice che Renzi manco sapesse chi era colui che fu per due mandati segretario delle nazioni Unite e che periì in un incidente aereo sospetto una cinquantina di anni orsono. Una grande figura di uomo di Stato. Ma forse mi sbaglio, magari Renzi non è quel provincialotto che ha scalato in fretta le vette del potere, sgomitando e a suon di "stai sereno", magari il suo respiro culturale è autentico, genuino. Eppure, sarà un pre-pregiudizio personale, ma l'ho avvertito come una stonatura, un volersi accreditare qualcosa che non c'è.

Naturalmente, le cronache ci riportano anche all'incontro con Marchionne nella mega sede della FCA a Detroit, con il quale neanche due anni fa Renzi polemizzò sull'art. 18, ritenendolo un falso problema, mentre oggi è in piena sintonia con il "patron" della FCA nel sostenere che la sua eliminazione è funzionale alla ripresa del mercato del lavoro. Ma soltanto gli imbecilli non cambiano mai idea e quindi nulla di strano, soltanto che Renzi cambia idea ogni due minuti e questo qualche problemino lo sta generando, visto che nello spazio temporale che intercorre tra la promessa e la sua traduzione in pratica può succedere veramente di tutto, compreso il fare l'esatto opposto di quello che si è promesso che, specialmente in politica, non è proprio il massimo della coerenza. Forse è proprio per questo che non sta facendo proprio nulla, è per non dover poi giustificarsi.

Adesso, fuori di ogni malignità o di legittima suspicione, Renzi mi dici a che cavolo serviva il pistolotto sparato in quota, dall'alto dei cieli verso noi popolo di terrafermi?

Dicci la verità, starai mica entrando in una dimensione mistica?


Foto: Palazzo Chigi, Flickr


 


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