Matteo Renzi, il berluschino fiorentino in salsa democrat

par rosellina
giovedì 9 dicembre 2010

La notizia doveva rimanere riservata, lo aveva richiesto il premier. Ed è stato quest’ultimo a volere l’incontro dopo averne accennato tempo fa.

Dice il rottamatore “vista la situazione politica, non credevo che si facesse vivo. Invece mi ha chiamato. Ad Arcore gli ho chiesto di mantenere gli impegni per Firenze che il Pdl aveva preso in campagna elettorale, a partire dalla legge speciale. Se il governo vuole mantenere gli impegni, l’occasione più logica è il decreto mille proroghe che va in votazione a stretto giro: non sarà una legge speciale e non sto chiedendo di levare soldi ad altri Comuni, ma potrebbe esserci un gesto di attenzione per la mia città".

Il sindaco di Firenze racconta il faccia a faccia ad Arcore. E risponde alle critiche di chi lo accusa di aver dimenticato “l’etica”. “Per il bene di Firenze vado dove mi chiamano". Il Cavaliere? “L’ho trovato tutt’altro che rassegnato” . Ma Bersani lo bacchetta: “Sarebbe stato meglio vedersi a Palazzo Chigi”

Non capisco come si possa pensare di prendere per i fondelli milioni di persone accettando di andare ad Arcore in questi giorni così particolari e pensare poi di cavarsela con la frasetta scema sulla ideologia e sul bene di Firenze.

Detto questo però non mi stupisco di nulla. Non mi stupisco della simpatia col con Berlusconi né della loro sintonia politica. Anche se molti ne parlano come il meglio figo del bigoncio della sinistra, Renzi di sinistra non è mai stato. Prima Partito Popolare, poi più o meno le posizioni di Rutelli. Visto il recente approdo moderato del piacione non mi stupirei che anche Renzi sia alla ricerca dello stesso itineriario che porta entrambi in braccio alla destra.

Se lo guardate bene in faccia ed ascoltate quel che dice e come lo dice, non avrete il minimo dubbio che la tendenza sia quella, quello il percorso, quello l’esito finale.


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