Marocchinate italiane... niente facili razzismi

par Doriana Goracci
lunedì 6 dicembre 2010

Due tragiche notizie per una domenica di dicembre: una è la scomparsa da giorni di una ragazzina, Yara adoloscente del trevigiano, per cui è indagato un giovane marocchino, di omicidio, sequestro… Il telegiornale ha dedicato 8 minuti. “Yara, marocchino nega. Il paese invoca il ‘taglione’ Accusa di omicidio, tensioni razziste a Brembate Continuano le ricerche nei boschi di Ambivere“.

L’altra, è la strage appresa in mattinata di sette ciclisti a Lamezia Terme, e spero la cifra rimanga tale, già folle e insopportabile così. L’autore della strage è un marocchino a cui mancava la patente, ma non la testa imbottita di droga, e il mezzo, una Mercedes dove al suo fianco c’era un nipote, bambino. Travolge 7 ciclisti: drogato e senza patente Alla guida un marocchino di 21 anni, rimasto anche lui ferito: è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo plurimo. Questa volta la notizia è stata fornita in un tempo più breve dallo stesso telegiornale e ci ha fornito anche un’altra cifra: 295 morti nel 2009, la bici è nove volte più pericolosa dell’auto.

Quando ieri mattina altri ed io abbiamo riportato la notizia su facebook, ci sono state delle reazioni come se in effetti i ciclisti fossero un incubo, un pericolo per chi cammina con 4 ruote sulla strada. Sicuramente il corpo non trovato di una piccola giovanissima donna, è storia tragica e sappiamo quanto può essere al centro di particolari e popolari interessi. Uno “zio” ha impegnato tutta la cronaca mediatica, per giorni e giorni, con relativi parenti serpenti. Uno stupro, seppure non consumato, fece diventare santa nel 1950 la giovanissima Maria Goretti, dodicenne morta 48 anni prima.

Sette ciclisti, che si ritrovano, come sempre, a fare gruppo e andare in bicicletta di domenica, sono impossibili da commentare a detta di tutti e il caso si chiude ma per sfortuna c’è il marocchino, come nel caso di cui sopra. Se alla guida, come in casi molto ben noti, ci fosse stato il rampollo fuori di testa di un nostro politico, che magari travolge ragazze straniere? Che facciamo insubordinazione alla nostra italianità? E io non mi sento italiana ma per fortuna e purtroppo lo sono.

Nel passato e precisamente il 23 aprile del 2008, scrissi la La lunga notte dello stupro, chi vuole se lo legge, in cui riportavo fatti di cronaca non legati al marocchino come in questo stralcio: in una consecutio di pura violenza mediatica, le notizie recenti parlano di un bambino napoletano di 8 anni con la famiglia nel trevigiano, picchiato dai compagni, perché considerato “portatore di rifiuti”. Una signora padovana invalida e con un figlio reclama la casa popolare che ha visto preferire una famiglia di emigrati. Seguono comunicati dolenti e segreti sui nuovi battesimati del 2008 come ad esempio quattro egiziani in Sicilia, nel palermitano, due tunisini in Calabria, una donna nel viterbese. Un sindaco Ds del viterbese che ha prestato 5.000 euro del comune per la difesa giuridica di cinque ragazzi accusati di stupro. Ma i musulmani che morirono per liberarci dal nazismo, quegli infedeli, vivono oggi tra noi…

E ancora: scorrendo la cronaca recente, il 3 aprile del 2008, viene fuori su Napolionline un fatto di otto mesi prima, in cui si racconta di una ragazza di 22 anni, immigrata regolare sulla metropolitana napoletana. Aveva partorito da dieci giorni la sua bambina e stava andando a trovarla al Policlinico, lei ancora debolissima e la piccola ancora ancora in incubatrice: non ha il biglietto. Viene invitata da una guardia giurata di 58 anni a seguirla in uno sgabuzzino per la multa, lui la stupra. Lei lo denuncerà insieme al marito. Otto mesi dopo, mentre lui continua a lavorare, sarà arrestato. Ma i musulmani che morirono per liberarci dal nazismo, quegli infedeli, vivono oggi tra noi. Pochi giorni fa, il cadavere di una giovane donna è stato trovato avvolto in un sacco, in piccolo centro montano della provincia di Lecco, trovato da un addetto di un istituto di sicurezza privato. E con l’occasione, si rammenta che il 28 agosto, sempre nel Lecchese, erano stati trovati, sempre avvolti in sacchi, i cadaveri di due giovani prostitute rumene. Ma sembra che nessuno abbia reclamato queste scomparse… Avevo all’inizio scritto: partiamo allora dallo stupro per una ricerca informatica ed esprimere dubbi semantici e sociali. Tra le migliori esercitazioni sul tema, è emblematica la storia di Indigenes, film ribattezzato dal sito la Destra in “Stupratori”: era il 7 aprile del 2007.

Concludevo così: poi, botteghe chiuse, qualche rissa e arresto domiciliare, un saluto veloce, ognuno al suo televisore, magari a vedere la presentazione di un film mai uscito in Italia come “Stupratori” e una sbirciatina dalle persiane e si va a letto: in tutta sicurezza e con una pillola. Notte lunga.

No, stavolta non concludo affatto così. Vi racconto, non molto brevemente, che sono stata venerdì 3 dicembre a Viterbo al “Cinema Lux per l’iniziativa dell’Associazione culturale “iTusci” di Acquapendente realizzata con il Dopolavoro ferroviario di Viterbo. L’Unità d’Italia vista dalla stazione ferroviaria di Viterbo: tra treni, binari, biciclette e storie di persone irripetibili che hanno unito il Paese… il primo “Italiani150-Incontro-giro sulla bicicletta” che l’associazione culturale “iTusci” propone alla città di Viterbo, su un progetto di Viola Buzzi, cantautrice e operatrice culturale del territorio. Un concerto dei Tetes de Bois e la performance di anteprima del brano “Passaggio 19” di Viola Buzzi, insieme a una conversazione sulla storia del rapporto tra territorio, treni e biciclette, saranno gli ingredienti del pomeriggio al Dopolavoro ferroviario di Porta Fiorentina (Cinema Lux, Viale Trento) con molti ospiti, tra cui Andrea Satta, scrittore e animatore dei Tetes de Bois, il giornalista della Gazzetta dello Sport Marco Pastonesi, il professor Orlando Araceli studioso del territorio, il presidente del Dopolavoro di Viterbo Mauro Innocenzi e i rappresentanti del Dopolavoro di Orte. Così l’associazione culturale “iTusci” prosegue anche a Viterbo le iniziative del progetto “ITALIANI150”.

Un’occasione unica per lasciarsi trasportare nelle “storie viaggianti” di italiane e italiani che “silenziosamente hanno fatto” il Paese, al fianco dei grandi protagonisti. Una formula originale per fondere musica, spettacolo, dibattito e multimedialità. Si parte venerdì 3 dicembre con Alfonsina Strada, unica donna a correre nel 1924 il Giro d’Italia insieme agli uomini. L’eroina delle due ruote rivivrà a Viterbo nel nuovo video dei Tetes de Bois (secondi quest’anno al premio Tenco) “Alfonsina e la bici” dove Alfonsina è interpretata dall’astrofisica Margherita Hack. Gli appuntamenti del progetto “ITALIANI150” proseguiranno poi dai pedali ai binari con storie di “ferrovieri e ferroviere” che racconteranno la storia d’Italia filtrata attraverso le linee ferroviarie. Un’opportunità per promuovere i temi della mobilità sostenibile, ma anche per confrontarsi sullo stato e il livello delle infrastrutture locali, per rimettere al centro della riflessione sui 150 anni dell’Unità nazionale il territorio della provincia di Viterbo, molto più ricco di storie importanti di quante non se ne raccontino. Il progetto “ITALIANI150”, avviato da “iTusci” un anno fa con la partecipazione dell’ex magistrato Gherardo Colombo (oggi scrittore e presidente della Garzanti) è realizzato nell’ambito della Rassegna “Suoni e passi della tradizione” XII edizione, realizzata in collaborazione con i Dopolavoro ferroviari di Viterbo e Orte, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura, Arte e Sport della Regione Lazio e patrocinata dal Comune di Acquapendente.”

Ho conosciuto Viola Buzzi il 3 dicembre per via quindi di Treni tagli e una bicicletta per i 150, e lei è una che rischia di crescere sinceramente e quelli di cui sopra e al solito sono dovuta andare via anzitempo, perché l’ultima corsa col Cotral della Città dei Papi, parte alle 20, alla volta di Roma, toccando anche il mio paese Capranica. L’ho detto pubblicamente al commiato, a Viola Buzzi, generazione di donne casellanti, agli amici, perché tali erano i presenti…Gli assenti ? Tutti, dalle istituzioni, all’associazionismo del territorio, ai giornalisti locali che non avevano nemmeno riportato in quella giornata l’appuntamento, on line, al corpo insegnante che avrà ben altre indicazioni del dove portare i giovani e cosa ricordare delle tradizioni, delle ferrovie sparenti come le stazioni e le corse e la gente comune che ha fatto la storia dell’Italia.

Forse sarebbe meglio che vi offrissi un marocchino che quasi parla, quasi da bere come un cappuccino, in quella rognetta di democrazia che fu Rosarno? Mandavo al 10 gennaio 2010 Auguri per tutto e Forza Democrazia e Sicurezza!

Le vostre camere potete anche tenerle chiuse per sempre, la puzza che emanano si avverte sempre, ricorda l’origine d.o.c. del potere e degli affari di casa vostra, pagati da noi e benedetti da chi si compiace di ricordare la miseria altrui, seduto su un trono. Sappiate che il Forum Gambero Rosso Cappuccino a Roma non chiude e la discussione non è disabilitata… sul marocchino. Buone bevute e Lunga vita all’orecchio acerbo, a chi pedala cammina viaggia lavora studia per passione e non per consumare oil e vite umane e sogni, a botte di spot per i 150, che uniscono solo merce alla morte della cultura e delle persone. La mia diretta continua, finchè non crepo: ehi mà davvero durerà questa Mala Aria? Le previsioni di ieri, domenica 5 dicembre dicevano: tanta neve ma “bussa” aria africana, dopo l’immacolata torna il gelo.

 

 


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