Mario Balotelli è italianissimo: ce lo dicono i tifosi romeni che lo fischiano non perché nero ma perché veste la maglia azzurra
par Sergio Bagnoli
giovedì 18 novembre 2010
Una piccola Italia pareggia a Klagenfurt con la Romania che, nonostante il carattere amichevole dellâincontro, ha preso molto sul serio lâappuntamento. Fischi per Balotelli
Di fronte a soli cento esagitati di estrazione neonazista provenienti da Verona ed Udine ed a circa duemilacinquecento tifosi romeni, nella quasi totalità immigrati in Austria per motivi di lavoro, ieri sera a Klagenfurt l’Italia non è andata oltre ad uno scialbo uno a uno contro la nazionale della Romania.
L’allenatore azzurro Cesare Prandelli aveva salutato con favore quest’amichevole in quanto intendeva sperimentare l’inedita coppia d’attacco Balotelli-Cassano ma il fantasista sampdoriano, come noto, aveva già pensato a mettersi fuori gioco insultando qualche settimana fa il suo presidente Garrone e, per questo, inducendo la dirigenza della Sampdoria ad escluderlo dalla rosa.
La Romania, squadra che in assenza di Adrian Mutu non presenta fuoriclasse, ha dato l’impressione di essere una squadra tosta e ben messa in campo. Per tutto il primo tempo ha costretto gli azzurri alle corde, passando in vantaggio grazie ad un gol “di rapina” siglato dall’attaccante dello Stoccarda Marica. Nella ripresa l’Italia, dopo che Prandelli aveva fatto entrare Pirlo, Gilardino, Quagliarella e Cassani cioè giocatori d’esperienza, gli azzurri grazie ad un colpo di testa di Quagliarella, lesto a raccogliere un corner battuto da Pirlo, riuscivano a riagguantare la partita conclusasi con un pareggio per uno ad uno.
In definitiva è stata una piccola Italia, che ha bisogno di amalgamarsi e trovare un gioco corale di squadra, opposta ad una Romania ben disposta in campo che aveva preso molto sul serio l’impegno nonostante si trattasse di un’amichevole. Il sogno dei giocatori in tenuta gialla era quello di castigare l’Italia per “vendicare”, si fa per dire trattandosi sempre di sport, le vessazioni cui nel Belpaese sono quotidianamente sottoposti i loro concittadini emigrati per trovare un lavoro dignitoso. Anche i duemila supporter romeni presenti sugli spalti avevano in tale uggia gli italiani da fischiarli sin dall’inizio ogni volta che toccavano palla. Dalla gragnuola di fischi romeni ovviamente non si è salvato neanche Mario Balotelli, il più famoso giocatore dell’Italia del primo tempo, beccato continuamente non per il colore della sua pelle, è nero in quanto originario dell’Africa, ma perché è italiano e veste la maglia azzurra.
Nonostante l’interpretazione della stragrande maggioranza dei giornalisti italiani ieri presenti in Carinzia, dunque, all’ex giocatore interista i romeni hanno riservato un trattamento pari a quello riservato ai suoi compagni di squadra stimandolo come un italiano in mezzo ad altri dieci italiani che prendevano, senza lode, a pedate un pallone. Ci voleva dunque l’odio inter-etnico attualmente esistente tra romeni, considerati a torto da molti tutti cattivi e zingari, ed italiani per sdoganare il giovane bresciano, attualmente in forza al Manchester City, dal ghetto in cui lo avevano cacciato in Patria i soliti decerebrati che la domenica amano frequentare le curve degli stadi, veri e propri “Colossei” del terzo millennio. Non ce n’è ovviamente da rallegrarsene. Il fatto, poi, che i cento Ultras italici abbiano srotolato striscioni inneggianti ad un’Italia mono- etnica, scevra da contaminazioni razziali, fa parte purtroppo dell’arredamento della destra populista italiana, ma questa è un’altra storia. Come afferma un detto antico: la madre degli stolti è sempre incinta! Si spera che vangano puniti a dovere.
Non ha senso però oggi indicare nei romeni i razzisti che ieri fischiavano Balotelli solo perché nero e ciò per due ragioni: innanzitutto perché non è vero e poi perché certa stampa italiana tende a fornire questa versione solamente per giustificare l’intollerabile romenofobia che attualmente attraversa il Belpaese dimostrando che i cittadini provenienti da Bucarest meritano la discriminazione perché a loro volta sono razzisti verso i diversi.