Marco Pannella commenta la trasmissione ’Anno Zero’

par Paolo Praolini
giovedì 5 febbraio 2009

Riporto le parole di Marco Pannella del 27/01/09 sulla trasmissione AnnoZero.

Le censure, le deprecazioni contro “Anno Zero” e Michele Santoro, quando vengono dal potere in nome di una informazione corretta, democratica, leale, libera e indipendente, non sono altro che dimostrazioni di assoluta cecità o miserabile inganno di Regime.

Nello stile di “Anno Zero” e di Santoro v’è qualcosa di una impagabile, insuperabile dinamica democratica (consapevole o no che sia). Uno stile che include profondamente i propri stessi anticorpi contro i rischi di automatici riflessi anti-democratici e intolleranti.

Uno stile e dei contenuti - quelli di Santoro - che mettono in difficoltà il monopartitismo anti-democratico e anti-costituzionale che ormai distrugge lo Stato di diritto e l’unità civile della società italiana.

Al contrario, nella RAI-TV domina l’ideologia di un Transpartito, ormai antropologico che produce menzogna e inganno di Regime ancor “meglio” che negli anni Trenta nei paesi fascisti, comunisti, violenti allora imperanti.

Non a caso, a cominciare dall’ammiraglia Rete-Tg1, lo stile non è quello spiacevole e disturbante di Santoro, ma quello Italo-Vaticano, sintesi collotortista ormai quasi perfetta, del combinato disposto fra l’ultimo Stato Assoluto esistente oggi al mondo e il “nuovo” Stato-Regime partitocratico, oligarchico, corrotto e corruttore che salda al disastro “ideologico” perfino quello idrogeologico, quello civile e quello istituzionale. Regime oggi mirabilmente descritto in “Finanza&Mercati” da Marco Saverio Bobbio in occasione della miserabile vicenda “Commissione di Vigilanza” e della riedizione quasi perfetta dell’Italia istituzionale degli anni ‘30/’31 in poi.

Con una differenza: quell’Italia fascista, razzista, clericale, violenta era perfettamente in linea con la sua propria legalità. L’Italia di oggi, semmai, lo è con quella lì, contro quella descritta nella Costituzione e nella legalità “vigenti” (e negate!).

Tratto dal sito di Radio Radicale


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