Marcegaglia, il bue dice cornuto all’asino...

par Paolo Borrello
venerdì 24 febbraio 2012

Ormai l’affermazione di Emma Marcegaglia, secondo la quale la presidente di Confindustria non vorrebbe dei sindacati che proteggessero assenteisti e ladri, è stata oggetto di numerose polemiche, di richieste di smentita, provenienti da rappresentanti dei sindacati ed anche di partiti di sinistra. 

Alcuni hanno tentato di spiegare le motivazioni di un’affermazione di quella natura, rilevando che sarebbe il frutto di una situazione di insofferenza che oltre ai sindacati riguarda anche le associazioni imprenditoriali, circa la possibilità che il governo abolisca la cassa integrazione straordinaria, che porterebbe alla volontà, anche della Confindustria, di esasperare gli animi al fine di accrescere l’pposizione nei confronti delle intenzioni del governo. ù

Altri hanno sostenuto che Marcegaglia, il cui mandato è in scadenza, ha colto l’occasione per togliersi qualche sassolino nelle scarpe, relativamente alle sue effettive valutazioni circa il comportamento dei sindacati.

Io vorrei soffermarmi, brevemente, su un punto. E’ grave soprattutto l’aver sostenuto che i sindacati proteggono i ladri, anche se si potrebbe sostenere che l’affermazione potrebbe essere intesa in questo modo: i ladri che sarebbero protetti dai sindacati sarebbero coloro che non lavorano, che sono degli assenteisti, e che quindi “rubano” il proprio stipendio o salario. Ma vorrei aggiungere che il presidente della Confindustria non è affatto legittimato ad accusare nessuno di essere o di proteggere un ladro o più ladri. Infatti un ladro o chi protegge un ladro può, e soprattutto è credibile se lo fa, accusare altri di essere ladri o di proteggere dei ladri? Io credo che non possa.

E la Confindustria, della quale fanno parte imprese industriali che sono dei grandi evasori fiscali, che portano all’estero illecitamente ingenti somme di denaro, è credibile quando accusa i sindacati di proteggere dei ladri? Non lo è affatto. Del resto la Confindustria siciliana non era affatto credibile quando sosteneva di contrastare la mafia finché il presidente regionale dell’associazione imprenditoriale in questione non affermò esplicitamente che avrebbe espulso da Confindustria le imprese aderenti che avessero rapporti con la mafia. E quindi la Confindustria nazionale, il suo presidente seppure in scadenza di mandato, non è credibile, e non si può permettere di accusare altri di proteggere dei ladri finchè non dichiarerà che le imprese aderenti che evadono il fisco, che inviano denaro all’estero, saranno immediatamente espulse. Forse fino ad ora una dichiarazione del genere non c’è stata perché, in quel caso, il numero delle imprese aderenti a Confindustria si ridurrebbe ai minimi termini?


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