Manovra finanziaria: serve a far rietrare nel mercato dei titoli di stato l’Italia?

par Bimbo Alieno
giovedì 18 agosto 2011

Molto si è già detto sulla nuova manovra finanziaria del Governo che anticipa alcuni provvedimenti e stabilisce 45 mld€ aggiuntivi tra tagli e nuove imposizioni (oltre a quelli stanziati solo un mese fa). Ci sono molte angolature dalle quali si può osservare e valutare la manovra. Uno di questi, che è molto in voga e mi porterebbe “traffico facile” è quello della sproporzione tra tagli ai costi della politica e tagli e nuove tasse per i cittadini (da cui la definizione di manovra magna-magna che ha ispirato la foto di oggi). E’ un terreno nel quale non voglio addentrarmi, anche perché -vi confesso- il mio primo desiderio verso la classe politica è che lavori bene, non che guadagni poco. Sarei molto allarmato di una classe politica poco pagata, perché più corruttibile.

Il taglio che vorrei dare invece alla mia lettura risponde alla domanda posta da Yabadaba al post “La Fed, Washington e Marc Faber” ovvero:

con la manovra appena varata siamo rientrati a pieno titolo nel mercato dei titoli di Stato?

Già perché se possiamo farci poco - se non pagarlo - per lo scontrino che ci è appena stato appoggiato sul tavolo, piuttosto occorre capire se paghiamo per avere un qualche riscontro, oppure se il rischio è che mentre litighiamo della bontà di questa manovra se ne debba preparare un’altra
Iniziamo dagli aspetti positivi:

Veniamo, invece, a quello che mi è piaciuto meno (sempre partendo dall’ottica che deriva dalla domanda di Yabadaba):

La CGIL ha annunciato scioperi. Mah…

Il vulnus maggiore di questa manovra lo vedo nello sbandieramento del fantomatico “pareggio di bilancio“. A breve un approfondimento in proposito.

Sulle privatizzazioni, blande perché mirate sugli enti locali, e per questo feroci perché minano la funzionalità di servizi che per alcuni cittadini sono essenziali, ho il forte timore che il mercato ci chiederà una stretta, fino a chiedere allo Stato di mollare le quote di ENEL, ENI, FINMECCANICA, TELECOM, ecc…

Il mercato darà nell’arco della prossima settimana il proprio giudizio, per il quale sarà essenziale osservare l’andamento dei CDS sull’Italia.

Il perché lo scoprirete nel post di domani, nel quale troverete anche la risposta alla chiusura sibillina de “L’angusto sentiero della riduzione del debito".


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