Manifestazioni in tutta Italia contro i tagli del governo. Scontri tra studenti e polizia - FOTO

par Giuseppe Ottaviano
venerdì 5 ottobre 2012

Manifestazioni in diverse città di Italia per protestare contro le misure di austerità approvate dal governo Monti e contro i privilegi della Casta. La cosa era nell’aria ormai da un po’ di tempo, dopo la mobilitazione in Spagna, finalmente anche l’Italia sembra essersi svegliata. Sono principalmente gli studenti a scendere in piazza ma accolgono consensi da diverse categorie di lavoratori, ormai stufi di essere sfruttati da una classe politica più attenta a come conservare i propri privilegi che a risolvere la disastrosa situazione del Paese.

QUI I VIDEO DEGLI SCONTRI

I tagli all’istruzione scatenano l’ira dei ragazzi, costretti impotenti a guardare un paese che non è più pronto ad investire su di loro.Tagliare sulla scuola significa non investire sul futuro, non creare capitale umano, cioè quell’insieme di conoscenze, competenze e abilità che i giovani hanno il diritto (ma anche il dovere) di acquisire per trascinare il Paese fuori dalla crisi e mantenerlo ad alti livelli. La protesta è contro la casta politica, sempre pronta a tagliare su tutto ma mai su se stessa, da anni ormai mantiene inalterati privilegi ingiustificati e ingiustificabili. A poco serve trovare il Fiorito di turno che paga per tutti, la “vittima” data in pasto alla folla per espiare i peccati di un'intera classe che presenta sempre la solita vergognosa giustificazione: “non ce ne siamo accorti”. Simbolo di manifesta inettitudine e incapacità, che spesso nasconde reati di associazione a delinquere e concussione, o quanto meno segna responsabilità dovute a negligenza.

La manifestazione di Palermo si chiude in modo molto significativo: davanti alla sede della Regione, tra gli applausi di migliaia di studenti, sono state bruciate le tessere elettorali sotto lo striscione “Nessuna fiducia nella casta”.

Purtroppo come spesso accade in questi casi ci troviamo a raccontare degli immancabili scontri tra polizia e manifestanti che poi, di fatto, riempiono le pagine dei giornali lasciando agli slogan e agli striscioni spiegare le motivazioni della protesta. A Roma gli studenti sono diretti alla sede del Ministero dell’Istruzione, ma quando il corteo si trova nei pressi di Porta Portese prova a sfondare i cordoni della polizia e partono i primi scontri. Molti ragazzi denunciano di essere stati picchiati e trascinati a terra. Torino conta 5 contusi e 15 fermi davanti all'ufficio scolastico per il Piemonte del MIUR, dopo violenti scontri tra polizia e manifestati. Uno dei ragazzi ha riportato una lesione lacero-contusa alla testa durante quella che qualche quotidiano ha definito azione di dispersione del corteo ma che altri preferiscono chiamare pestaggio. Daniela Mirandola portavoce del Kollettivo Studentesco Autonomo ha raccontato: "Abbiamo riportato 30 contusi per caduta a terra e due feriti a causa delle manganellate e delle cariche della polizia. Una ragazza di 19 anni e un ragazzo di 16 hanno subito ferite lacero-contuse alla testa e sono andati in ospedale, dove sono stati medicati".

A Milano il corteo si è diretto prima alla sede della Siae e poi all’agenzia Intesa San Paolo in via Mercato, dove i manifestanti hanno tappezzato gli edifici con volantini che riportavano la frase “No ddl Profumo, fuori banche e aziende dalle scuole, saperi per tutti, privilegi per nessuno”. Anche qui però si sono registrati violenti scontri con le forze dell’ordine. “Abbiamo provato a raggiungere la Regione in modo pacifico per manifestare contro quello che sta succedendo. Siamo stati manganellati, picchiati, repressi. È inaccettabile” hanno raccontato alcuni studenti che parlano di “una pesante e ingiustificata carica della polizia. A Napoli sono state lanciate uova e alcuni petardi davanti alle sedi delle istituzioni, poi il corteo si è avviato verso la nave Estelle della Freedom Flotilla, ora nel capoluogo campano, diretta a Gaza nel tentativo di rompere l’embargo.

Gli utenti di Twitter che seguono dal web l’evolversi della manifestazione, grazie anche a diversi hashtag dedicati alla giornata, manifestano la loro indignazione verso gli scontri. Ad essere prese di mira soprattutto le forze dell’ordine: “Il futuro del Paese andrebbe difeso non manganellato”, oppure “l’industria dei manganelli non conosce crisi” scrivono alcuni con il tag #5ott. Paolo Ferrero, segretario di partito, manifesta la solidarietà del PRC ai ragazzi scesi in piazza. 

I manifestanti sono pronti a tornare in piazza, il 27 ottobre è infatti in programma il NO MONTI DAY.


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