Manifestazione davanti alla Farnesina: la caduta della sinistra!

par l’incarcerato
giovedì 1 settembre 2011

Non c'è mai fine al peggio disse qualcuno, e questo detto l'ho visto materializzarsi questo pomeriggio alla manifestazione contro la guerra davanti alla Farnesina. 

Chi si ricorda il mio vecchio articolo sulla manifestazione contro l'intervento militare in Libia del 2 aprile scorso? Qualcuno si sarà risentito quando scrissi "Non siate gregge per Dio" e qualcun altro mi ha detto che sono stato esagerato nel dire che la manifestazione organizzata da Gino Strada (aveva promesso che si sarebbe continuato, l'avete più sentito?) è stato un fallimento. 

 
Già, i tempi sono cambiati dalle mobilitazioni di massa contro la scorsa guerra in Iraq. Ma è come se determinati paragoni non si possano fare. Cosa devo dire, che per caso era ipocrisia quando la gente urlava: "Contro la guerra senza se e senza ma"? Perdonatemi miei lettori e pseudo compagni di sinistra, ma credo proprio di sì. Oggi la maggior parte di voi, gli stessi che urlavano quello slogan, i "ma" e i "se" li mettono eccome.
 
Allora mi permettete di dire sì o no che "siamo sempre stati un branco di pecore che si muove solamente quando lo decide il pastore che sia esso un Partito, una trasmissione televisiva, grossi gruppi editoriali, i leader di turno o gli pseudo intellettuali."

Oggi è la vittoria del Pensiero Unico! Si è decretata ufficialmente il disfacimento più totale della Sinistra. Ci sono due vuoti che si sono creati: uno è stato riempito egregiamente dai giustizionalisti liberali destrorsi alla Di Pietro e alla Travaglio, l'altro dagli estremisti di destra, rosso bruni, nazionalbolscevichi o simili che ho ritrovato alla manifestazione di lunedì e ne sono stati i protagonisti.

A mio modesto parere le persone davanti alla Farnesina si potevano contare sulla punta delle dita, e prevalevano persone che di sinistra non avevano nemmeno il colore. D'altronde non li rimprovero perché sono stati loro ad organizzarla. E' evidente questo, come è evidente che la colpa è solo nostra.
Ho potuto salutare il compagno Fulvio Grimaldi che stava con la compagna e il suo immancabile cane. Uno che con la coerenza si era giocato il posto di giornalista a Liberazione. Ci siamo salutati, una breve chiacchierata e ce ne siamo andati. Mi ha lasciato con queste amare ma vere parole: "Non c'è niente da fare, dobbiamo ricominciare da zero!"
 

E' la caduta della sinistra, non ci rimane davvero che ricominciare.


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